MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA
– TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE
SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE
PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Economia dell’impresa:
Esempio tipico: un
agricoltore che ara la propria terra, la concima e la irriga, semina le sementi
che ha selezionato, sorveglia la crescita delle colture e infine raccoglie dopo
aver speso molte energie nel corso di tutto l’anno.
Tutto è motivato da un
saggio interesse ed ambizioni personali senza nulla togliere agli altri.
L’agricoltore ha il senso di
auto-rispetto sulla base del quale egli dà un preciso contributo in termini di
lavoro per la produzione di quanto seminato o piantato, pensiero e sforzo per
la conduzione dell’azienda, ottenendone il relativo vantaggio per se e la
famiglia.
Non meno lodevole è di aver
accettato il rischio nell’approntare il necessario, dal procurarsi la terra,
arare, concimare, curare, ecc…
Il suo desiderio è di beneficiarne
con i co-lavoratori il raccolto alla fine dell’anno agrario che di solito si
conclude in estate, tentativo di controbilanciare i diritti di tutti quelli che
hanno contribuito al risultato finale.
Egli riconosce i doveri verso
gli altri che hanno, a vario titolo, concorso per il buon esito del raccolto.
Tutto viene basato sulla
giustizia e correttezza con i propri collaboratori.
Può ingenerare violenza se
vantaggi e contributi reciproci non mettono in conto anche l’accettazione dei
rischi in ugual misura.
Nel mondo cristiano questa
violenza deve essere scongiurata altrimenti i principi biblici non vengono
messi in pratica e la condivisione economica non può essere praticata.
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