venerdì 4 aprile 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Economia dell’impresa:


Esempio tipico: un agricoltore che ara la propria terra, la concima e la irriga, semina le sementi che ha selezionato, sorveglia la crescita delle colture e infine raccoglie dopo aver speso molte energie nel corso di tutto l’anno.
Tutto è motivato da un saggio interesse ed ambizioni personali senza nulla togliere agli altri.
L’agricoltore ha il senso di auto-rispetto sulla base del quale egli dà un preciso contributo in termini di lavoro per la produzione di quanto seminato o piantato, pensiero e sforzo per la conduzione dell’azienda, ottenendone il relativo vantaggio per se e la famiglia.
Non meno lodevole è di aver accettato il rischio nell’approntare il necessario, dal procurarsi la terra, arare, concimare, curare, ecc…
Il suo desiderio è di beneficiarne con i co-lavoratori il raccolto alla fine dell’anno agrario che di solito si conclude in estate, tentativo di controbilanciare i diritti di tutti quelli che hanno contribuito al risultato finale.
Egli riconosce i doveri verso gli altri che hanno, a vario titolo, concorso per il buon esito del raccolto.
Tutto viene basato sulla giustizia e correttezza con i propri collaboratori.
Può ingenerare violenza se vantaggi e contributi reciproci non mettono in conto anche l’accettazione dei rischi in ugual misura.

Nel mondo cristiano questa violenza deve essere scongiurata altrimenti i principi biblici non vengono messi in pratica e la condivisione economica non può essere praticata.

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