domenica 13 aprile 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Di Argentino Quintavalle/6.

Ricordiamoci, dice Keynes, che il maggior investitore è lo Stato, che ha la macchina per stampare soldi suoi teoricamente all’infinito, e quindi in caso di bisogno deve essere sempre lo Stato il primo a investire/spendere.
Questo modello economico, completamente alternativo alla teoria precedente, prende il nome di teoria keynesiana.
Nella sua opera principale, pubblicata a Londra nel 1936, Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, Keynes esamina le cause e i rimedi di quello che ritiene essere il principale fallimento del sistema di mercato.
Il modello che ne scaturisce è talmente innovativo, nel metodo come nelle conclusioni, da costituire una vera e propria rivoluzione, la rivoluzione keynesiana, nel modo di guardare ai fatti economici: secondo Keynes, infatti, il più importante fallimento del sistema del libero mercato consiste nell’incapacità di offrire un posto di lavoro stabile a tutti quanti lo desiderino.
Infatti, se non c’è chi compra, si forma un eccesso di merci invendute che non trova sbocco sui mercati e spinge le aziende a ridurre la propria attività con inevitabili conseguenze sul numero degli occupati.
E la situazione continuerà a peggiorare in un circolo vizioso.
Insomma, Keynes distrugge l’idea neoclassica secondo cui l’economia si equilibra da sola nel gioco spontaneo fra risparmi e investimenti/spesa, basta che lo Stato si levi di mezzo e tutto venga lasciato nella mani del Mercato. Keynes dice che non esiste un pilota automatico in economia, e che l’investimento/spesa dello Stato è il motore certo di tutta l’economia di un Paese.
E questo fu rivoluzionario allora, come lo è oggi, dove questi Neoclassici al potere stanno distruggendo le nazioni col pareggio di bilancio (dove lo Stato non deve spendere ma deve risparmiare), e infatti vediamo com'è conciata l'economia.


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