MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE
SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE
PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Di Argentino Quintavalle/6.
Ricordiamoci, dice Keynes, che il maggior investitore è lo Stato,
che ha la macchina per stampare soldi suoi teoricamente all’infinito, e quindi
in caso di bisogno deve essere sempre lo Stato il primo a investire/spendere.
Questo modello economico, completamente alternativo alla teoria
precedente, prende il nome di teoria
keynesiana.
Nella sua opera principale, pubblicata a Londra nel 1936, Teoria generale dell’occupazione,
dell’interesse e della moneta, Keynes esamina le cause e i rimedi di quello
che ritiene essere il principale fallimento del sistema di mercato.
Il modello che ne scaturisce è talmente innovativo, nel metodo
come nelle conclusioni, da costituire una vera e propria rivoluzione, la rivoluzione keynesiana, nel
modo di guardare ai fatti economici: secondo Keynes, infatti, il più importante
fallimento del sistema del libero mercato consiste nell’incapacità di offrire
un posto di lavoro stabile a tutti quanti lo desiderino.
Infatti, se non c’è chi compra, si forma un eccesso di merci
invendute che non trova sbocco sui mercati e spinge le aziende a ridurre la
propria attività con inevitabili conseguenze sul numero degli occupati.
E la situazione continuerà a peggiorare in un circolo vizioso.
Insomma, Keynes distrugge l’idea neoclassica secondo cui
l’economia si equilibra da sola nel gioco spontaneo fra risparmi e
investimenti/spesa, basta che lo Stato si levi di mezzo e tutto venga lasciato
nella mani del Mercato. Keynes dice che non esiste un pilota automatico in
economia, e che l’investimento/spesa dello Stato è il motore certo di tutta
l’economia di un Paese.
E questo fu rivoluzionario allora, come lo è oggi, dove questi
Neoclassici al potere stanno distruggendo le nazioni col pareggio di bilancio
(dove lo Stato non deve
spendere ma deve risparmiare), e infatti vediamo com'è conciata l'economia.
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