MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE
SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE
PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice
scrive:
Leggendo l'Evangelo e
guardando la realtà dei nostri tempi
moderni, esso diventa "scomodo".
Scomodo sotto tanti aspetti
ma soprattutto per quanto riguarda l'aspetto socio-umanitario che ne esce
fuori.
Questo Evangelo innanzitutto
ci invita a vedere, a guardare, a non chiudere gli occhi.
E' molto facile chiudere gli
occhi, molto più facile di quanto si possa dire a parole.
Chiudere gli occhi è
facilissimo: basta stare sulle proprie posizioni, al caldo della propria
casa... ma anche stanotte ci sarà chi dormirà al freddo, su una panchina o in
qualche tunnel della stazione centrale.
“Per scelta” diranno alcuni;
può darsi!
“Per colpa” diranno altri;
può darsi!
“Per condanna”; forse.
Ma questo Evangelo è molto
scaltro con noi, non spiega le motivazioni, non fa delle distinzioni, per questo è scandaloso e ci fa
male.
Però dobbiamo avere il
coraggio di prenderlo sul serio questo queste parole .
Incoraggiamoci a vicenda a
compiere il bene, a fare del bene, unendo sentimenti d'amore e di gioia.
Noi che crediamo nella
potenza dell'Evangelo e crediamo che siamo la luce del mondo e il sale della
terra, portiamo a compimento quello a cui siamo stati chiamati.
Io mi sento trafitta da
questo Evangelo, ma non voglio arrendermi.
Io chiedo, questo oggi, al
Signore luce per essere luce, sapore per essere sapore.
Chiedo al Signore conforto
per essere conforto.
Chiedo a Dio la carità, che
è una relazione, un cambiamento della relazione.
Da indifferente a interessata,
da superficiale a profonda, da burocratica ad amichevole, da affrettata a
paziente…
La carità “partecipa”
dell’altro, della sua fragilità, dei suoi problemi.
La carità cambia il nemico
in amico, lo straniero in concittadino, il diverso in uguale...Chiedo a Dio di
condividere...già condividere il mio bene con gli altri, donare a chi ha bisogno.
La condivisione, termine che
oggi si usa poco perché la nostra società e diventata efficientista.
Il Figlio di Dio, esempio
vero di carità, venendo nel mondo non ha “risolto” molti dei problemi
incontrati, ma ha condiviso.
Potremo anche risolvere
alcune grandi emergenze del mondo, ma questo non può realizzarsi pienamente
senza la condivisione.
Non si tratta di garantire
degli interventi sociali, ma riconoscere la condizione del povero come qualcosa
che ci riguarda, qualcosa che ha un significato e che ci tocca da vicino.
Le persone sono accostate a
partire anche dai loro bisogni, ma in
quanto fratelli, figli di Dio.
Cercare una comunione di
vita tra “emarginati e non”, tra sani e malati, tra giovani e vecchi, tra
uomini e donne, permette di anticipare la “terra nuova” dove sarà asciugata
ogni lacrima.
Lasciamoci guidare dalla
Parola di Dio, e cerchiamo di metterla in pratica.
"In verità io vi dico:
tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me”
Luisa Lauretta
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