MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE CONDIVISIONE BIBLICA PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA Un lettore scrive:
Gesù ha criticato gli Esseni per il loro isolazionismo e ha messo in guardia i suoi seguaci contro tale comportamento. Egli ha detto: «i figliuoli di questo secolo, sono più avveduti, nella loro generazione, che i figliuoli della luce [un riferimento agli Esseni]. Io altresì vi dico: Fatevi degli amici delle ricchezze ingiuste [cioè, le ricchezze degli estranei]» (Luca 16:8,9 – Diodati). Secondo Gesù i figli di questo mondo erano più saggi degli Esseni perché avevano mantenuto il contatto economico con gli altri. La comunione dei beni, quindi, non era un’idea che è entrata nella chiesa primitiva sotto l’influenza di Giovanni o sotto l’insegnamento di Gesù, ma possiamo supporre che si sia sviluppata per l’influenza degli Esseni che si sono uniti al nuovo movimento. I Rotoli del Mar Morto confermano quello che già sapevamo da Giuseppe (Guerra 2:122), che quando un uomo diventava membro della setta doveva donare i suoi beni all’ordine. Secondo il Manuale di Disciplina degli Esseni (1QS 6:14-23), durante i primi due anni, i possessi del principiante non venivano messi insieme a quelli della comunità. Dopo avere completato il primo anno del suo noviziato,4 i beni del novizio venivano dati all’Economo della Comunità;5comunque, venivano ancora tenuti separati dai beni della comunità. Solo dopo aver completato il secondo anno del suo periodo di prova6 il novizio veniva accettato come membro a tutti gli effetti e i suoi beni venivano messi insieme a quelli della setta.7
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