lunedì 14 luglio 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Argentino Quintavalle/37.



Riassumo: gli investitori investiranno e creeranno posti di lavoro solo se sono in una economia che promette bene; gli investitori non assumeranno MAI e poi mai finché sono pessimisti sull’economia.
Questo significa che il Mercato da solo non eliminerà mai la disoccupazione; infatti meno redditi ci sono meno la gente spende, meno gli investitori guadagnano e meno investono.
A questo punto solo lo Stato può intervenire a stimolare l’economia coi suoi soldi, uno Stato in grado di predisporre le misure necessarie per eliminare il principale fallimento strutturale del mercato.
Il pieno impiego deve diventare l’obiettivo prioritario delle autorità che governano l’economia e il Paese.
Keynes, infatti, sostiene che la “mano invisibile” di Smith (vedi Lezione 1) assomiglia piuttosto al vestito nuovo dell’imperatore della favola di Andersen: essa è invisibile proprio perché non esiste.
Secondo Keynes i mercati non si riequilibrano da soli, ma devono essere governati per evitare sprechi di risorse e inefficienze.
Nell’individuare i rimedi più appropriati contro la disoccupazione, Keynes introduce una innovazione, di portata rivoluzionaria: l’espansione della spesa pubblica, la quale, aumentando la domanda di beni e servizi, permetterà di espandere la produzione delle imprese e con essa il volume dell’occupazione.
 Aumento della spesa pubblica →Aumento della produzione →Aumento dell’occupazione


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