MISERIA
- POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA
– TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE
BIBLICA
PROCESSO
CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI
NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI
DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Una
lettrice scrive:
Siate
misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.»
(Lc.6,27-36).
Se
l’amore di Dio è un dono, è necessario meditare sul dovere di
amare, e in particolare sul dovere di amare il prossimo.
Il
legame tra i due amori è espresso dalla parola di Dio: “Se Dio ci
ha amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1 Gv 4,11).
“Amerai il prossimo tuo come te stesso” era un comandamento
antico, scritto nella legge di Mosè e Gesù stesso lo cita come tale
(Lc 10, 27).
Come
mai dunque Gesù lo chiama il “suo” comandamento e il
comandamento “nuovo”?
La
risposta è che con lui sono cambiati l’oggetto, il soggetto e il
motivo dell’amore del prossimo.
È
cambiato anzitutto l’oggetto, cioè chi è il prossimo da amare?
Ogni
uomo, anche lo straniero, anche il nemico. “Io vi dico: amate i
vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché
siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare
il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti
e sugli ingiusti.
Se
infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete?
Non
fanno lo stesso anche i pubblicani?
E
se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario?
Non
fanno anche i pagani altrettanto?” (Mt 5, 44-47).
È
cambiato anche il soggetto dell’amore del prossimo, cioè il
significato della parola prossimo.
Esso
non è l’altro; sono io; non è colui che sta vicino, ma colui che
si fa vicino.
Con
la parabola del buon samaritano Gesù dimostra che non bisogna
attendere passivamente che il prossimo spunti sulla mia strada.
Il
prossimo sei tu, cioè colui che tu puoi diventare.
Il
prossimo non esiste in partenza, si avrà un prossimo solo se si
diventa prossimo di qualcuno. “Questo è il mio comandamento: che
vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi” (Gv 15,12).
L’uomo
può amare se stesso in modo sbagliato, cioè desiderare il male, non
il bene, amare il vizio, non la virtù.
Se
un simile uomo ama gli altri “come se stesso” e vuole per gli
altri le cose che vuole per se stesso, poveretta la persona che è
amata così!
Sappiamo
invece dove ci porta l’amore di Gesù: alla verità, al bene, al
Padre.
Chi
segue lui “non cammina nelle tenebre”.
Egli
ci ha amato dando la vita per noi, quando eravamo peccatori, (Rom 5,
6 ). Si capisce in questo modo cosa vuol dire l’evangelista
Giovanni con la sua affermazione apparentemente contraddittoria:
“Carissimi, non vi scrivo un comandamento nuovo, ma un comandamento
vecchio che avevate fin da principio: il comandamento vecchio è la
parola che avete udita.
E
tuttavia è un comandamento nuovo che io vi scrivo” (1 Gv 2, 7-8).
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