mercoledì 9 luglio 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO

ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE

CONDIVISIONE BIBLICA

PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA

RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI 

DELL’ECONOMIA CONDIVISA


Una lettrice scrive:


Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.» (Lc.6,27-36).
Se l’amore di Dio è un dono, è necessario meditare sul dovere di amare, e in particolare sul dovere di amare il prossimo.
Il legame tra i due amori è espresso dalla parola di Dio: “Se Dio ci ha amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1 Gv 4,11). “Amerai il prossimo tuo come te stesso” era un comandamento antico, scritto nella legge di Mosè e Gesù stesso lo cita come tale (Lc 10, 27).
Come mai dunque Gesù lo chiama il “suo” comandamento e il comandamento “nuovo”?
La risposta è che con lui sono cambiati l’oggetto, il soggetto e il motivo dell’amore del prossimo.
È cambiato anzitutto l’oggetto, cioè chi è il prossimo da amare?
Ogni uomo, anche lo straniero, anche il nemico. “Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete?
Non fanno lo stesso anche i pubblicani?
E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario?
Non fanno anche i pagani altrettanto?” (Mt 5, 44-47).
È cambiato anche il soggetto dell’amore del prossimo, cioè il significato della parola prossimo.
Esso non è l’altro; sono io; non è colui che sta vicino, ma colui che si fa vicino.
Con la parabola del buon samaritano Gesù dimostra che non bisogna attendere passivamente che il prossimo spunti sulla mia strada.
Il prossimo sei tu, cioè colui che tu puoi diventare.
Il prossimo non esiste in partenza, si avrà un prossimo solo se si diventa prossimo di qualcuno. “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi” (Gv 15,12).
L’uomo può amare se stesso in modo sbagliato, cioè desiderare il male, non il bene, amare il vizio, non la virtù.
Se un simile uomo ama gli altri “come se stesso” e vuole per gli altri le cose che vuole per se stesso, poveretta la persona che è amata così!
Sappiamo invece dove ci porta l’amore di Gesù: alla verità, al bene, al Padre.
Chi segue lui “non cammina nelle tenebre”.
Egli ci ha amato dando la vita per noi, quando eravamo peccatori, (Rom 5, 6 ). Si capisce in questo modo cosa vuol dire l’evangelista Giovanni con la sua affermazione apparentemente contraddittoria: “Carissimi, non vi scrivo un comandamento nuovo, ma un comandamento vecchio che avevate fin da principio: il comandamento vecchio è la parola che avete udita.

E tuttavia è un comandamento nuovo che io vi scrivo” (1 Gv 2, 7-8). 

Nessun commento:

Posta un commento