lunedì 7 luglio 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO

ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE

CONDIVISIONE BIBLICA

PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA

RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI 

DELL’ECONOMIA CONDIVISA

Una lettrice scrive:


Gesù Risorto e vivo in mezzo a noi si fa sentire, ci parla, spezza il suo pane.
Lo incontriamo pellegrino sulla strada per Emmaus, dove camminano stanchi e delusi i discepoli e Lui si avvicina loro.
Li ascolta, spezza la Parola e il pane per loro.
Lo riconoscono e allora…ecco la gioia!
E’ per noi motivo di speranza e fiducia sapere che sulla nostra strada c’è sempre Gesù in persona, che si accosta a noi.
E’ un Gesù che cammina, che entra in casa, che spezza il pane, quel Pane che diventa cibo per nostra vita.
Si presenta come il Pastore, esempio splendido e impegnativo..
Il Pastore conosce le sue pecore e cammina davanti a loro, non ne dimentica nessuna, non ne tralascia nessuna, chiede però di essere guardato.
Il Pastore è a servizio del gregge, infonde fiducia.
Sta a noi essere come Gesù, pastori: recuperare, la fiducia di chi abbiamo davanti, la fiducia dei figli verso i genitori, dei genitori verso i figli, e viceversa.
Dobbiamo essere “pastori”, capaci di guidare, ma nello stesso tempo “pecore” che si lasciano accompagnare da Gesù.
Gesù, poi, ci invita alla comunione massima, come Lui è nel Padre e il Padre vive in lui.
E’ significativo che Lui insista su questa “comunione” divina e umana.
Anche questo fa parte della Pasqua e della nostra risurrezione.
Il credente è uomo della comunione, perché, come Gesù sa gettare ponti in famiglia, in classe, in ufficio e ovunque si trova.
Gesù ci ricorda che non c’è nessun Padre da vedere.
Lui è sufficiente, cioè basta a riempire tutta la nostra vita.
Gesù ama i suoi discepoli e va a cercarli. E’ un Gesù vivo che fa loro, come primo dono pasquale, il dono della pace e, poiché si conceda da loro, dà loro il GRANDE DONO DELLO SPIRITO SANTO. La pace di Gesù ci dà una nuova possibilità di vita e con il dono dello Spirito Santo ci fa il dono della Riconciliazione.
Gesù ci chiede di essere segni di amore perché amati da Lui: è significativo che Gesù capisca che da soli non ce la facciamo.
Abbiamo bisogno dello Spirito Santo che ci incoraggi, ci consoli, ci faccia vedere la strada giusta.
Se lo Spirito di Gesù, che è dono suo e del Padre, abita in noi, allora anche noi diventiamo capaci di amare. Rimango allora fedele non perché ho forza per farlo, ma perché so che Lui e il suo Spirito, che accolgo nella mia vita, mi guidano.
Allora sarò un cristiano capace di amare la famiglia, la Comunità, la scuola, il lavoro e il territorio.
Gesù, nel giorno dell’Ascensione, sale al cielo e lascia la sua Chiesa ad annunciare a tutti il suo amore.
Il mistero del Risorto si compie nella sua salita al cielo e nel dono dello Spirito.
Perché dunque temere di rimanere soli?
La promessa di Gesù ai suoi discepoli è chiara: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Abbiamo così la certezza che Gesù è sempre con noi.
Il motore della fede riaccende quotidianamente la presenza del Signore: quando mi sveglio la mattina e mi sento amato, quando vivo la mia quotidianità e sento la sua presenza nonostante tutte le difficoltà che incontro. Gesù sale al cielo, ma lascia la Chiesa a continuare la sua opera; annunciare a tutti l’amore del Signore e dire che Dio ama il mondo, lo accompagna ed è misericordioso.

Ogni giorno anche noi, sino alla fine, sentiamoci mandati da Gesù e siamo gioiosi e coerenti.

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