MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE
SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE
PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:
La ricerca dei chiamati suppone un amore fraterno sempre
crescente verso coloro che incontriamo.
L’apostolo Paolo, modello di ogni
evangelizzatore, scriveva: "Così affezionati a voi, avremmo desiderato
darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete
diventati cari" (1 Ts 2,8).
Affetto non tanto di pedagogo, ma di padre e di madre (cf. 1
Ts 2,7.11; 1 Cor 4,15; Gal 4,19).
Un segno di amore, oltre al rispetto dell’altro, sarà lo
sforzo di trasmettere a tutti non dubbi e incertezze ma certezze solide,
ancorate alla parola di Dio.
Le persone che incontriamo hanno bisogno di queste certezze
per la loro vita cristiana, ne hanno diritto in quanto sono figli di Dio che si
abbandonano interamente alle esigenze del suo amore.
Ciascuno di noi lungo la sua storia, attraverso l’educazione
e l’ambiente, viene a configurarsi un’immagine di Dio con dei tratti positivi e
negativi.
Si tratta di un’immagine il più delle volte “inconscia” ma
che proprio per questo rischia di
arrestare o di facilitare l’incontro con Dio.
Non bisogna avere paura di queste immagini, determinante
invece è prenderne coscienza.
Senza scandalizzarsi se ci accorgiamo che esse sono forse
ben lontane dal volto del Padre rivelatoci da Gesù.
Il Signore ci conosce nome per nome.
Di fronte a lui non siamo una massa.
Un nome con il quale Egli ci interpella, intesse un dialogo,
una relazione sponsale, paterna, amicale.
Quando chiama qualcuno lo fa sempre
con il suo nome.
Invocare il suo nome santo è rispondere a questa chiamata, e
questa invocazione può assumere tantissime sfaccettature:
- un chiamare in causa Dio di fronte al dramma della sofferenza
umana: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34).
- un atto di abbandono e resa nelle sue mani: “Padre nelle
tue mani affido il mio spirito” (Lc 23,46)
- un grido di aiuto: “Padre passi da me se possibile questo
calice”.
Invocare il nome non è pretesa di piegare Dio: è lui il
Signore, l’onnipotente, il creatore che chiama le stelle per nome (Is 40,26).
Alla luce di Ez.
36,20-38 è Dio che santifica il suo nome in mezzo alle nazioni
nonostante il peccato di denigrazione del suo Nome.
Lui è fedele nonostante il nostro male.
Questo ravviva la nostra fiducia nella sua misericordia.
E’ presente nel cammino spirituale, Il suo nome è santificato quando si annunziano le sue
opere.
Annunzierò le tue meraviglie o Signore...
Il regno è testimoniato dalla nostra vita.
Esso si manifesta tramite le nostre azioni, il saper porre
cioè germi del regno lungo i solchi della nostra storia che è quella di tutta
l’umanità.
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