mercoledì 6 agosto 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI 
DELL’ECONOMIA CONDIVISA
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RIFLESSIONI: 

5) Governo limitatoIl quinto assioma della teoria economica biblica è il pericolo dell'inefficienza del governo. La Bibbia mette in guardia più volte circa la natura malvagia del governo e della burocrazia. L'avvertimento principale lo troviamo nel primo libro di Samuele quando gli Israeliti chiedono un re:"E disse: Questo sarà il modo d'agire del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figliuoli e li metterà sui suoi carri e fra i suoi cavalieri, e dovranno correre davanti al suo carro; se ne farà dei capitani di migliaia e dei capitani di cinquantine; li metterà ad arare i suoi campi, a mieter le sue biade, a fabbricare i suoi ordigni di guerra e gli attrezzi dei suoi carri. 

Prenderà le vostre figliuole per farsene delle profumiere, delle cuoche, delle fornaie. Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri migliori uliveti per darli ai suoi servitori. Prenderà la decima delle vostre semente e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servitori. Prenderà i vostri servi, le vostre serve, il fiore della vostra gioventù e i vostri asini per adoprarli nei suoi lavori. Prenderà la decima dei vostri greggi, e voi sarete suoi schiavi. E allora griderete per cagione del re che vi sarete scelto, ma in quel giorno l'Eterno non vi risponderà" (1Sam.8:11-18).In parole povere, quando i governi hanno un ruolo importante nell'allocazione delle risorse nella società, la prospettiva che si rischia è quella di un maggior grado di oppressione al fine di soddisfare lo status quo di chi governa. In questo caso l’oppressione economia è direttamente proporzionale alla mancanza di timor di Dio di chi governa.ShalomArgentino Quintavalle

martedì 5 agosto 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

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RIFLESSIONI: 

3) L'accumulo di ricchezza

Il terzo assioma della teoria economica biblica è che l'accumulo della ricchezza è una virtù, non un vizio.
L'uomo, che deve partecipare al processo creativo, non dovrebbe essere demotivato da una protezione inadeguata della proprietà privata, ed è benedetto quando il risultato del lavoro onesto risulta in ricchezza.
La Torah descrive in grande dettaglio le ricchezze dei patriarchi, Abrahamo, Isacco e Giacobbe.
La ricchezza, accumulata onestamente, è una benedizione di Dio.

4) Assistenza ai bisognosi

Il quarto assioma della teoria economica biblica è l'obbligo di provvedere ai bisognosi attraverso la beneficenza – la Tzedakah (letteralmente giustizia). "Quando vi sarà in mezzo a te qualcuno dei tuoi fratelli che sia bisognoso in una delle tue città nel paese che l’Eterno, l’Iddio tuo, ti dà, non indurirai il cuore tuo, e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai largamente la mano e gli presterai quanto gli abbisognerà per la necessità per la quale si trova" (Deut.15:7,8). Il compito dell'uomo nel mondo non è solo quello di lavorare, creare, innovare, produrre ricchezza, ma anche di prendersi cura di chi è nel bisogno.ShalomArgentino Quintavalle


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NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA

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RIFLESSIONI: Quali sono le relazioni tra socialismo, capitalismo, ed economia biblica? 

Ci sono almeno cinque assiomi di base della teoria economica biblica da cui molte implicazioni di politica economica possono essere dedotte.1) Partecipazione al processo creativoIl primo assioma della teoria economica biblica è che l’uomo è stato creato a immagine di Dio.Nel giudaismo, questa affermazione viene interpretata nel senso che Dio è il creatore del mondo, e che l’uomo è un collaboratore di Dio.In altre parole, tutto ciò che è stato creato durante i primi sei giorni necessita ancora di lavoro.Dio ha dato all'uomo un mondo da curare, conservare, da lavorare, da far produrre, ecc.Dio mette la terra e il grano, ma è l’uomo che fa il pane.Il lavoro, l'attività creativa e l’innovazione sono le vie attraverso le quali l'immagine divina si esprime.Privare l’umanità del lavoro significa degradare l’essere umano e privarlo della sua immagine divina.2) Protezione della proprietà privataIl secondo assioma della teoria economica biblica è che il diritto della proprietà privata è essenziale e deve essere protetto.L'uomo potrà dominare il mondo materiale e portarvi innovazione solo se c’è la possibilità di appropriarsi dei frutti del proprio lavoro.Per motivare l'uomo a compiere il comandamento di rendere soggetta la terra (Gen.1:28), il riconoscimento della proprietà privata è essenziale.Due dei dieci comandamenti riguardano direttamente la tutela della proprietà privata: "non rubare" e "non desiderare alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo".Il divieto di rubare include anche le pratiche commerciali fatte con inganno, come l'uso di falsi pesi e misure.La punizione per la violazione di questi comandamenti dimostra l'importanza data alla proprietà privata nella Bibbia.Argentino Quintavalle

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Marx

B) Ma questo plus valore può essere prodotto ovviamente solo da lavoratori in carne e ossa (lavoro vivo), osserva Marx. 

Perché?
Perché il plus valore per essere un valore deve poi essere venduto, per far incassare un profitto.
Quindi ci devono essere stipendiati vivi che lo comprano.
Ma a quel tempo, fine ’800, i capitalisti stavano sempre più sostituendo il lavoro vivo con le macchine (lavoro morto).
Quindi Marx predisse che le macchine non avrebbero potuto produrre il plus valore, ma non perché fisicamente non potessero, ma solo perché, come detto, il plus valore è tale solo se alla fine qualcuno lo compra.
Quindi se sono i lavoratori stipendiati a produrlo va bene, perché poi lo comprano, ma se sono le macchine no, perché le macchine non vanno a fare la spesa.
Quindi il plus valore prodotto dalle macchine praticamente non ha valore, rimane invenduto (con sempre meno lavoratori stipendiati che lo comprerebbero), e così i capitalisti perdono capitali.
Ma se i capitalisti, che usano sempre più macchine, perdono capitali, finiscono per fallire e l’economia piomba nel baratro.
A quel punto i lavoratori diranno basta! e si solleveranno.
Marx è più complesso degli altri economisti, e quindi lo facciamo in due parti.
Argentino Quintavalle


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Karl Marx

Marx dice inoltre che qualsiasi produzione non può che partire dall’avere denaro, poi con quello si fanno le fabbriche e si producono cose, le quali vengono vendute e così si ritorna al denaro. Formula: DENARO – PRODUZIONE – DENARO. Perché è importante? Perché cento anni dopo tutto questo verrà ribaltato da altri economisti con fini anti-sociali.Adesso veniamo alla famosa storia della lotta di classe e del capitalismo che collasserà, secondo le sue previsioni. Come Ricardo, anche Marx ritiene che il lavoro sia l’unica fonte di valore dei beni, ma a differenza di Ricardo egli è convinto che il frutto del processo lavorativo spetti interamente al lavoratore. 

Il profitto dunque nascerebbe da un’appropriazione indebita di ricchezza da parte del capitalista e sarebbe all’origine del conflitto tra le classi sociali, conflitto che egli chiama appunto lotta di classe. La base del suo ragionamento è semplice: siccome sono i lavoratori che alla fine producono tutta la ricchezza, questi un bel giorno capiranno che non hanno bisogno dei capitalisti, o dei Re e dei nobili, che li sfruttano e basta, e si solleveranno per cacciarli. Dopo di che i lavoratori diventeranno i proprietari dei mezzi di produzione. Questo sarà il Socialismo.Ma perché, esattamente, i lavoratori diventeranno esasperati? Non solo per lo sfruttamento, ma anche per due altri motivi:A) I lavoratori producono un valore, parte di questo serve loro per vivere, ma una buona parte è in più, è un plus, e questo plus finisce nelle mani dei padroni. Marx lo chiama il plus valore. I lavoratori hanno diritto a dividersi anche quel plus valore, dice Marx, e quindi inevitabilmente si solleveranno per impossessarsene. Marx definisce saggio di sfruttamento il rapporto tra profitto (plusvalore) e salari pagati ai lavoratori.Argentino Quintavalle


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Il pensiero marxiano ha attecchito in una società incolta e sottoposta al dogmatismo religioso com'era quella dell'Europa continentale al punto che la Russia post zarista ne divenne l'emblema. Se nel mondo anglosassone partendo dalla Riforma protestante si formò una società colta ed evoluta, in Italia dove la Riforma fu fatta annegare nel sangue sparso dall'inquisizione per poter vedere una legge che disciplinasse l'istruzione obbligatoria si dovette arrivare grosso modo al 1866 e questo ritardo per molti aspetti si paga ancora. Il pensiero liberale in Italia a differenza di quello marxiano è rimasto elitario perché l'individuo è sempre stato guardato con sospetto come se fosse considerato pericoloso, l'Italia per ciò è il paese che ha avuto il più forte partito comunista dell'Occidente; che soffre della peggiore pressione fiscale del mondo e che soprattutto continua a privilegiare l'impiego pubblico in danno dell'iniziativa privata guardata con sospetto e per ciò oberata di tasse e la classe politica certo non eccelle così come il sistema dell'informazione per alcuni aspetti sovietico e per altri goebbelsiano, se poi si considera la classe insegnante che è di formazione sovietico-gentiliana è facile arrivare alla conclusione che in Italia non ci sarà mai una rivoluzione liberale perché un liberale non può prescindere dall'assunto einaudiano che recita: " conoscere per deliberale"

É quindi la conoscenza la fonte della libertà.
Giampaolo Usai

lunedì 4 agosto 2014

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A me piacciono gli economisti inglesi, in quanto a Marx forse è stato travisato ma l'origine dal suo pensiero va ricondotta al pensiero post hegeliano, sicuramente Marx non è un liberale così come non lo era Hegel: il campione dell'idealismo, quello per cui ad esempio l'individuo era in funzione del gruppo secondo le sue varie evoluzioni o denominazioni quindi famiglia, stato ecc.


Il pensiero hegeliano ha fatto strada sia sul lato sinistro con Marx che su quello destro da cui per successivi passaggi si giunse al Nazismo che nell'arco di soli 12 anni fra il 1933 ed il 1945 ha fatto gli stessi danni che il Comunismo ha fatto fra il 1917 ed il 1989 al momento della caduta del muro di Berlino e le conseguenze di entrambe le ideologie si pagano ancora. 


Il pensiero liberale è nato molto prima ed il suo atto ufficiale di nascita può essere considerato il 1225 quando Enrico III re d'Inghilterra promulgò la Magna Charta Libertatum che i commercianti di Londra erano riusciti ad ottenere a seguito di lotte mentre nel Continente c'era il servaggio feudale.


L'Inghilterra si dimostrò sempre altro rispetto all'Europa continentale perché quando giunse la Riforma protestante trovò un terreno favorevole perché si sviluppasse, fu accolta nella versione calvinista come anche in Olanda e guarda caso proprio il paese degli Orange fu il peggiore dei nemici tanto per la Francia di Luigi XIV quanto per la Spagna degli Asburgo e poi dei Borboni. 


É difficile capire il pensiero liberale se non si considera il suo legame con la Riforma protestante perché i Riformatori volendo che tutti potessero commentare direttamente la Bibbia incentivarono dove possibile la scolarizzazione e quindi a prescindere dal fatto religioso si formò una società almeno alfabetizzata che quindi ebbe le basi per diventare colta e quindi evoluta. 


Per ciò nel mondo anglosassone il pensiero marxiano in genere non fece proseliti e fu anzi visto con sospetto e la Storia lo evidenzia senza equivoci. 

É quindi la conoscenza la fonte della libertà.
Giampaolo Usai


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Elimina l' io dalla tua vista

"Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà stimi gli altri superiori a sè stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma quello degli altri" (Filippesi 2:3-4).
Ricordi il versetto che descrive la Parola di Dio come una spada? 

Ero trafitto! 

Mi avevano diagnosticato la mia malattia: Egoismo!

A causa del piccolo, io nei miei occhi non riuscivo a vedere le mie benedizioni.
L'amore è quella motivazione che costruisce le azioni; l'egoismo le sgretola.
Nessuna meraviglia quindi se l'appello dell'Apostolo Paolo
sia così pressante: "Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria" (Filippesi 2:3).

Ma non siamo nati egoisti? 

Se è così cosa possiamo fare al riguardo? 

Possiamo distogliere gli occhi dall'io?
O, possiamo eliminare quel piccolo, io dai nostri occhi? 

Secondo la Bibbia è possibile.
"Se dunque v'è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d'amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza di affetto e qualche compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento" (Filippesi 2:1-2).

Ma esiste una cura per 'egoismo?

Elimina te stesso dal tuo occhio distogliendo il tuo occhio da te stesso.
Smettila di fissare quel piccolo io e concentrati sul tuo grande Salvatore.
Non credi che l'Apostolo Paolo potrebbe essere interessato a scambiare qualche parola con noi? 

Siamo talmente concentrati su ciò che non abbiamo, da non vedere quello che abbiamo?
Il sarcasmo dell'Apostolo Paolo è velato.
Hai ricevuto qualche incoraggiamento?
Qualche conforto, Qualche comunione?
Allora sorridi!
Bevi a profusione alla fonte della bontà di Dio.


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Karl Marx

Oggi iniziamo Karl Marx (1818-1883), le cui teorie ispireranno le rivoluzioni sovietica e cinese e la realizzazione dei sistemi socialisti che hanno caratterizzato l’organizzazione economica e politica, oltre che di queste due potenze, di numerosi altri loro Paesi satellite. La prima cosa da sapere è che Marx non era un rivoluzionario come spesso si crede, non andava in giro a sbandierare una bandiera rossa tanto per intenderci. Era un fior di economista, un grande studioso, che poi fu preso a modello ideologico da milioni di esseri umani in tempi successivi. Questo è importante perché i suoi detrattori dicono che era un comunista sovversivo e stalinista. Invece era uno scienziato dell’economia, le cui idee si è liberi di non condividere, ma era tutt’altro che una persona senza cervello.Un’altra cosa da sapere: Adam Smith, Robert Malthus, David Ricardo e Karl Marx furono i grandi nomi dell’economia cosiddetta Classica. Questo è importante perché poi ci sarà un contro-movimento a questi Classici, soprattutto a Marx, che prenderà il nome di economia Neo-classica, e sono quelli che arrivano fino a oggi con le loro idee distruttive per la gente.Marx arriva sulla scena intorno al 1860 come importante pensatore, e formula la sua teoria del valore del lavoro. Cosa significa? Gli economisti si erano sempre arrovellati attorno alla domanda "ma chi produce la ricchezza?" e ovviamente ai tempi dei Re e dei nobili la risposta era "i Re e i nobili parassiti", per forza, perché agli studiosi di allora non passava minimamente per la testa che il popolo avesse una qualche funzione se non quella animale. Marx fu il primo a guardare alla questione con intelligenza e rispose così: "La ricchezza la crea solo i lavoratori, che passano la vita a lavorare, e l’unico motivo per cui essa è nelle mani dei Re e nobili è perché questi se la rubano con la forza e li sfruttano". Marx ritiene che in un sistema economico capitalistico il profitto nasca dallo sfruttamento dei lavoratori da parte di chi possiede il capitale.Argentino Quintavalle


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• Difetti nascosti e l'uomo medio

Maimonide identificò un tipo più specifico di cattivo consiglio, quello del "difetto nascosto". 

Per esempio, quando si vendeva un animale, si doveva comunicare al compratore gli eventuali difetti nascosti della bestia. Non solo, ma la comunicazione doveva essere fatta in modo che una persona 'ragionevole', cioè un uomo di media intelligenza, potesse decidere se comprare o meno. Ancora una volta, quasi tutta la catena dei soggetti economico/finanziari della crisi è colpevole: speculatori predatori che si sono guardati bene dall’allertare la stampa e i cittadini delle nazioni; politici che in cambio di una poltrona sicura hanno chiuso entrambi gli occhi e hanno permesso la vendita di pezzi dello Stato, compresa la sovranità; banchieri che hanno utilizzato strumenti finanziari rischiosi e oscuri, come per esempio i derivati, che sono diventati un mistero anche per gli esperti.Levitico 25:23-28 spiega che non si può pagare lo stesso prezzo per un terreno che è in procinto di diventare inutile (in questo caso, sta per ritornare al suo proprietario tribale di origine) come per un terreno che ha ancora decenni di utilizzo. Ci deve essere un controllo sui prezzi, e nessuno dovrebbe pagare più di un tot al di sopra del valore di mercato per qualsiasi cosa.Questo è quello che non è accaduto quando c’è stato il passaggio tra la lira e l’euro, e ci siamo ritrovati ad avere in un giorno una svalutazione del 100%, ovvero £ 1000 = € 1,00 invece che € 0,50, e i politici sono stati completamente negligenti nel gestire quest’affare e molti ci hanno speculato.Come può l’antica sapienza biblica essere applicata per rimediare al pasticcio in cui ci troviamo? Si può rendere il mercato più etico? Ci sono uomini in grado di farlo? Una cosa è certa, bisogna aumentare gli incentivi, per i lavoratori e per le aziende. Chi vuole usare il metodo del "bastone e della carota" deve capire che adesso è il tempo della carota. Il bastone, cioè il rigore e l’austerità, condurrà all’apocalisse economica. Bisogna agire immediatamente o non si farà più in tempo.Dobbiamo imitare Dio, nel modo in cui Egli mostra compassione e misericordia, quando si occupa dell’essere umano.ShalomArgentino Quintavalle

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RIFLESSIONI: La domanda che mi pongo è: l'attuale crisi finanziaria si sarebbe potuta evitare se le nazioni avessero seguito le linee guida della Bibbia? 

Non solo la risposta è sì, ma dalla Bibbia possiamo ricavare delle regole per incominciare a correggere la debacle.
Ogni teologia ha una sua etica degli affari, ma quella biblica è particolarmente completa.
La crisi attuale, la più grande recessione economica dopo la seconda guerra mondiale, ha le sue radici nel fallimento morale del mondo occidentale.
L’etica biblica ci invita a chiederci: "come possiamo fare denaro e contemporaneamente essere dei membri responsabili della società in cui viviamo, e tutelare gli interessi di chi compra, di chi vende, e di chi lavora?"
Chiaramente queste considerazioni sono state assenti in tutti i protagonisti dell’analisi economica di cui sopra.
Ecco alcuni dei principi antichi che si possono applicare alle cattive notizie di oggi.
• Davanti al cieco non mettere un inciampo (Levitico 19:14)
Buona parte dell’etica biblica nasce da Lev.19:14, che recita: "Non dir male del sordo e davanti al cieco non mettere un inciampo".
Sin dall’antichità i rabbini ampliarono questo comandamento in un divieto generale di non dare cattivi consigli.
Oggi possiamo applicarlo in maniera particolare all’economia e alla finanza.
Gli "esperti" che ci hanno detto un mare di bene riguardo l’euro sono stati dei cattivi consiglieri e hanno violato il comandamento di Lev.19:14.

domenica 3 agosto 2014

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Infatti oggi nel mondo moderno tutta la teoria economica che regola le nostre vite predica la soluzione di Ricardo per la crescita economica, e gli accordi sul commercio internazionale, come quelli siglati nell’ambito del WTO si basano sul modello economico ricardiano sviluppato due secoli fa. Viene insegnato in tutte le Università più importanti da cui escono tutti i tecnocrati che contano (Draghi, Monti, ecc.). E il risultato è questo: hanno convinto tutti, Governi inclusi, a chiudere la borsa della spesa e a mettere denaro da parte per investire/spendere domani. Conseguenze?A) Allo Stato viene detto che deve ridurre la spesa e accumulare un surplus (risparmio) di denaro, così potrà investire un domani. Ma così facendo, non solo lo Stato ci dà 100 e ci toglie 100, che come spiegato sopra è già un disastro per i cittadini e le aziende, ma addirittura si mette a darci 100 e a tassarci 150 per fare il suo surplus (risparmio) ricardiano, così noi andiamo sempre in rosso di 50 ogni anno, e invece della futura creazione di ricchezza abbiamo un’apocalisse economica immediata.B) I cittadini vengono incoraggiati a mettere da parte più denaro possibile in prodotti finanziari di ogni tipo (con cui poi le finanziarie speculano) e che è tutto denaro paralizzato, cioè non investito nell’economia reale. Quel denaro equivale pari pari a merci, servizi, lavori, case, auto, cibo ecc. non venduti, poiché non viene speso! 

Questo, come disse Malthus, deprime la domanda aggregata e manda a rotoli l’economia.


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Per farla semplice senza entrare nei tecnicismi del modello economico, il principio di Ricardo diceva questo: il contadino che raccoglie 100 ql. di grano, ne deve risparmiare una parte per piantarla l’anno dopo. 
Il contadino ha quindi risparmiato una parte. 
Quel risparmio verrà poi investito (seminato) e porterà del frutto al contadino. 
Quindi Ricardo ne concluse che per poter fare investimenti nella produzione, era prima necessario risparmiare. 
In altre parole: i risparmi di oggi generano gli investimenti futuri. 
Fin qui tutto bene, ma questo era vero per il contadino dell’800! 
Oggi non giriamo con il grano in tasca per andare a fare la spesa. 
Oggi abbiamo il denaro. 
Inoltre, e questo è il punto focale di tutto, nella nostra economia moderna è impossibile che qualcuno possa risparmiare denaro prima che il creatore del denaro, cioè lo Stato, glielo abbia dato, cioè prima che lo Stato abbia investito spendendo. 
È anche impossibile che fra noi privati io possa risparmiare prima che un altro privato mi abbia dato dei soldi. 
Quindi, è ovvio che prima ci deve essere l'investimento (dello Stato o del privato), e solo dopo semmai il risparmio. 
Questo ribalta completamente l'idea di Ricardo, e la formula giusta invece è: gli investimenti di oggi generano i risparmi futuri.
Eppure tutti gli economisti che oggi vanno per la maggiore sono convinti che chiunque si debba comportare esattamente come il contadino del modello ricardiano di due secoli fa, soprattutto lo Stato. 
E questo cosa significa? 
Che secondo loro tutti, chiunque al mondo maneggi denaro, soprattutto il Governo, deve prima risparmiare, poi potrà spendere/investire, e sono convinti che quell’investimento futuro genererà ricchezze e impiego per il Paese.


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MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSOECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDECONDIVISIONE BIBLICAPROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISARIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISAUn lettore scrive: 

Fate attenzione qui al principio di base: Ricardo riconosce per primo che se il Potere (allora i ricchi nobili, oggi lo Stato) spende per le nostre merci e servizi 100, ma poi ci tassa per la stessa cifra che ci ha appena dato (pareggio di bilancio), l’economia va a rotoli, e noi abbiamo lavorato per niente. Ricardo capì due secoli fa che il pareggio di bilancio è micidiale per i cittadini e le aziende, cioè per la società.Detto questo, Ricardo però disse anche altre cose che oscurò la giusta intuizione di prima, perché fondò una scuola di pensiero economico che ancora oggi fa danni terribili alla nostra economia.Egli si è dedicato allo studio della distribuzione della ricchezza tra le classi sociali che hanno contribuito a realizzarla: lavoratori, proprietari fondiari e capitalisti. Il ragionamento di Ricardo prende le mosse dal s ettore agricolo il cui prodotto veniva ripartito tra salari, rendite, e profitti. Nella teoria ricardiana della distribuzione, mentre il salario reale (in termini di grano) tende a mantenersi al livello di sussistenza, la coltivazione di nuove terre provoca un incremento della rendita a scapito del profitto. 

Per farla breve, quando il margine di profitto diventa nullo (o pressoché tale), la crescita economica si arresta: il sistema raggiunge così uno stato dettostazionario. 

Senza profitto i capitalisti non avrebbero più alcun interesse a investire e l’intero ciclo produttivo finirebbe per arrestarsi. Solo un cambiamento esterno, secondo Ricardo, può alleviare la situazione, e tale cambiamento non può che riguardare le tecniche di produzione usate in agricoltura e l’abolizione dei dazi.

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Capire l’economia del mondo ci permette di capire perché le aziende non fatturano, sono in perdita, devono licenziare, e soprattutto ci permette di capire se ciò che ci viene raccontato è vero o falso e prendere di conseguenza delle decisioni. Da diverso tempo in Italia si parla del pareggio di bilancio. Ce lo impone l’Europa. 

Ci hanno detto che se lo Stato spende per noi cittadini e aziende 100 €, ma poi ci tassa 100 €, cioè pareggia il suo bilancio, tutta l’Italia sarà risanata. Menzogne! Ci devono spiegare come la gente può vivere ricevendo 100 € e poi ridandoli indietro tutti in tasse. Quindi il pareggio di bilancio risana solo un numero sui computers del Ministero del Tesoro, e rovina il Paese (per il profitto degli speculatori). All’inizio dell’800 questa trappola l’aveva capita un certo David Ricardo, un economista britannico della scuola classica (1772-1823).Nella precedente lezione abbiamo parlato del malvagio Malthus, che credeva di risolvere il problema della scarsa domanda aggregata aumentando la classe dei nobili parassiti straricchi, così che comprassero le merci disponibili. Ricardo arriva sulla scena e dice a Malthus: hai detto un mucchio di idiozie, perché tutti i soldi che i tuoi nobili pagheranno ai commercianti per le loro merci e lavoro, se li riprenderanno poi pari pari in tasse e affitti, visto che i tuoi nobili hanno il potere di tassare e sono proprietari di tutti gli immobili. Tanto varrebbe, aggiunse Ricardo, che i commercianti bruciassero tutta la merce che producono, non cambierebbe nulla per loro.

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RIFLESSIONI. 
Crisi economica?
Perché un tracollo economico mondiale? 

Il Talmud (Gittin 57a) ci dice che le crisi economiche sono un campanello d'allarme per cambiare i nostri modi.
Si racconta nel Talmud che prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme il prezzo del grano era di 40 Modiut (misure) per Dinar.
Il prezzo del grano aumentò leggermente e il suo nuovo prezzo fu fissato a 39 Modiut per Dinar (con lo stesso prezzo si comprava meno grano).
I saggi si chiesero quale fosse la causa di questo aumento.
Hanno cercato e trovato che un padre e suo figlio avevano rapporti con una donna fidanzata.
Il padre e il figlio sono stati portati in tribunale, quivi condannati e poi lapidati.
Dopo l’esecuzione il prezzo del grano ritornò al prezzo originale di 40 Modiut per Dinar.
Secondo questo racconto del Talmud il livello morale della società può influenzare i costi delle materie prime e influenzare l'economia locale e mondiale.
Il livello morale della società influenza la quantità di "benessere" nel mondo e l'armonia di interazione tra le persone ha influenza sull’economia.
Il Chofetz Chaim, un famoso rabbino del XX secolo, ha scritto che la Grande Depressione del 1929 è venuta a causa della mancanza di fede in Dio di quella generazione, il che ha portato a una mancanza di fiducia tra le persone.
Yeshua disse: «perché l’iniquità sarà moltiplicata, la carità dei più si raffredderà» (Mat.24:12).
Anche se il periodo che ha preceduto la Grande Depressione era di prosperità, per la ripresa dalla grande guerra, la mancanza di fede e di fiducia tra le persone, in ultima analisi, ha causato l’indebolimento delle fonti di credito.
Nelle sue parole: "ha fatto sì che l'arteria centrale per il flusso della vita economica diventasse intasata dall’animosità".
Questo è molto simile alla crisi economica di oggi, la cui goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata i mutui subprime, che si basavano sul prestito immorale di denaro a persone che molto probabilmente non sarebbero state in grado di pagare.
Quando il prezzo delle materie prime aumenta in modo imprevisto e il mondo affronta una crisi economica, dobbiamo guardare sia alle ragioni osservabili che a quelle metafisiche per trovare il motivo per cui sta accadendo.
Shalom
Argentino Quintavalle


sabato 2 agosto 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO

ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE

CONDIVISIONE BIBLICA

PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA

RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI 

DELL’ECONOMIA CONDIVISA

Un lettore scrive:

Thomas Robert Malthus
Considerazioni sul personaggio
La soluzione che indicò è quella sopra, una infamia, ma almeno lui capì che senza prima creare redditi non si può pretendere che l’economia funzioni.
Questo è decisamente pertinente oggi.
Per almeno due motivi:
A) Basta leggere le statistiche dell’Istat e ci si accorge che i tecnocrati alla Monti, Merkel e Draghi stanno proprio applicando la soluzione ‘Malthus’ all’economia, cioè oggi i dati ci dicono che l’1% dei ‘neofeudali’ europei sta diventando sempre più ricco, come voleva Malthus, mentre tutti noi ci perdiamo.
B) Ricordiamo cosa dicono questi tecnocrati che ci hanno imbrogliato.
Dicono “diminuire gli stipendi, togliere la sicurezza del lavoro, impedire allo Stato di aiutare i redditi”, cioè precisamente l’opposto dell’intuizione di Malthus, precisamente la ricetta per uccidere la domanda, che è esattamente quello che le Austerità della Germania stanno ottenendo qui da noi (e non solo) con risultati disastrosi per tutta l’economia di cittadini e aziende.
Quindi, riassumendo, se conosciamo il signor Thomas Robert Malthus capiamo due fenomeni chiave e devastanti dell’Europa di oggi.

Uno che concorda con le idee di Malthus (punto A), e uno che invece gli va contro (punto B).

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO


ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE


CONDIVISIONE BIBLICA

PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA

RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI 

DELL’ECONOMIA CONDIVISA

Un lettore scrive:


Thomas Robert Malthus
Considerazioni sul personaggio

Malthus capì appunto che se la borghesia industriale produceva tanti beni nuovi, ci doveva essere qualcuno che li comprava in quanto possessore di reddito, cioè ci doveva essere domanda, se no l’economia sarebbe fallita. Questo, come detto sopra, è teoricamente ineccepibile, ma la soluzione di quel malvagio non fu di pensare a come permettere redditi per il popolo, no!
Malthus difende la rendita, affermando che i consumi di lusso, gli agi e gli sfarzi dei nobili costituiscono una parte importante della domanda dei beni, quindi va creata ancor più classe di nobili parassiti con redditi parassiti, così i borghesi gli venderanno tutto quello che producono e faranno profitto.
A parte questo, la sua intuizione era giusta: prima ci vogliono i redditi (la domanda), poi si vendono i beni.Malthus indovinò per primo anche un altro concetto chiave.
Oggi gli economisti alla Monti o Draghi sono convinti che basta stimolare la produzione di beni e servizi che automaticamente ci sarà gente che li compra.
Questa era l’idea di un altro economista della scuola classica: Jean-Baptiste Say (1767-1832), il quale sosteneva che in un sistema di libero mercato tutto quanto viene prodotto sarà sempre venduto.
Una cavolata immane, perché uno può riempire i supermarket di roba ma se le famiglie non hanno stipendi sufficienti nessuno compra.
Questa idea riprese vigore dai tempi del presidente americano Reagan, e molti ci credono veramente.

La sostanza del pensiero è che un aumento della produzione genera sempre un aumento del reddito e tale reddito non può che tradursi in un incremento di spesa. Malthus, già ad inizio ‘800 comprese che era una stupidaggine, e infatti disse che stimolare di per sé i borghesi di allora ad aprire fabbriche o a commerciare con le Indie, quindi a produrre cose, non avrebbe mai creato sufficienti acquirenti per tutte quelle merci. 

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ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE

CONDIVISIONE BIBLICA

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RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI 

DELL’ECONOMIA CONDIVISA

Un lettore scrive:

Thomas Robert Malthus
Considerazioni sul personaggio
L’aggravante della sua idea era che l’introduzione del sistema di fabbrica era spesso all’origine del peggioramento delle condizioni di vita dei ceti sociali più poveri, che vivevano in ambienti malsani, praticando orari di lavoro estenuanti dai quali non erano esentati neppure i bambini, senza alcuna forma di tutela.
Povertà, disoccupazione, malattie e alcolismo erano all’ordine del giorno.
Ma lui è importante perché fu il primo economista a considerare la possibilità che una parte dei beni prodotti possa risultare invenduta.
In altre parole, egli capì che se non si creano le condizioni che permettano ai consumatori di avere soldi per comprare i beni, crolla l’economia.
È del tutto evidente infatti che i lavoratori non dispongono del reddito necessario per assorbire l’enorme incremento della produzione indotto dalla rivoluzione industriale, e ciò rallenterà i ritmi di crescita con conseguenze negative per tutti.
Oggi diremmo che crolla la domanda.
In economia la domanda è la richiesta da parte del pubblico di beni da comprare, che avviene appunto se ci sono soldi da spendere.
Ovvio che se questa domanda cala, o crolla come oggi nell’Eurozona, perché non ci sono soldi da spendere, crollano anche le vendite, e se crollano le vendite crollano le aziende, e se crollano le aziende i lavoratori vengono messi in cassa integrazione, e se tutto questo accade crolla l’economia del Paese.

Quindi in una nazione sana ci deve sempre essere una buona domanda (e non solo di telefonini), ma perché ci sia occorre che tutti abbiano un lavoro e un buono stipendio, esattamente il contrario di quanto succede oggi nell’Eurozona, e soprattutto qui in Italia.

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ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE

CONDIVISIONE BIBLICA

PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA

RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI 

DELL’ECONOMIA CONDIVISA

Un/una lettore/lettrice scrive:

 
Cambierei due cose. 

1. Le parole economia e condiviso, sono due concetti estranei all uomo.
Se uno non è un raggioniere, la parola economia è come guardare la tinta asciugare, così alla stragrande maggioranza di troll di siti e fb, non lo darebbero uno sguardo.
Anche la parola condivisa, è un concetto estraneo per l'uomo naturale, e al meglio, fastidioso per il credente.
Le altre parole che usi per descrivere il blog, tipo miseria, povertà, ricchezza e lusso, creano così tanto malessere mentale, solo leggendo le prime due, così affiancate alle secondo, la mente e la coscienza umana va in blocco.
Risultato, stare alla larga da questo blog.
Se posso, ti consiglierei di tenere l'obbiettivo com'è, cioè le parole veritiere appena discusse, ma di cambiare l'approccio al soggetto. 

Mi spiego.


Il blog va bene così, ma attira il lettore e scrittore non in una maniera così diretta.
Invece di condivisione prossima, o bene comune, aganciati a promozione tipo del FT, o a chi si trova già a parlare del sogetto però proponendolo in una maniera che attira il lettore.
Prova a fare un giro sulle pagine di Financial Times, Bloomberg, Business and Markets, e copia la metodologia di presentazione loro, che devono già vendere un soggetto ed idee difficili di per se. 

Io magari lo chiamerei tipo Tesoro perduto, o, perle nascoste... non so se ho reso l'idea.
Questo è solo la mia oppinione fratello, così spero che non ti ho offeso, il contenuto e lo spirito, ed il soggetto sono giustissimi, devi trasformare la presentazione e"l'addescamento" o la vendita per modo di dire... Benedizioni fratello, e fammi sapere  cosa ne pensi.
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Caro fratello, in effetti il tuo discorso va bene per prodotti pubblicitari e simili; noi non vendiamo Gesù, non vendiamo la Parola, ma cerchiamo di far intendere, ai credenti e non credenti, cosa significhi" CONDIVISIONE".
E' molto di più del dare.
Noi vogliamo coinvolgere con lo stesso Evangelo, senza applicare misure d'impatto per un pubblico che deve essere "catturato" come tu dici, o "adescato", parole non certo bibliche.
Mai si parla in questi termini nella Bibbia; bensì di proclamazione, espansione, predicazione, ecc.
Siamo ben felici di essere guidati dallo Spirito Santo per quanto riguarda i nostri articoli e vogliamo dare sempre gloria a Dio...sempre. DTBG


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MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSOECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDECONDIVISIONE BIBLICAPROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISARIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISAUn lettore scrive:



Thomas Robert MalthusQuesta è stata una persona economicamente poco raccomandabile. Forse ti potrai chiedere cosa c’entrano queste persone di qualche secolo fa con la nostra vita di oggi, eppure c’entrano eccome. Il fatto è che le loro idee sono quelle che oggi hanno rovinato l’economia in cui viviamo e vanno capite, se no brancoliamo nel buio e non ne usciamo.Thomas Robert Malthus (1776-1834) visse in Inghilterra, era un servo del potere e un malvagio. 

Nel 1798, nel suo Saggio sul principio della popolazione, Malthus osserva che la popolazione tende a crescere secondo una progressione geometrica (2, 4, 8, 16, 32, …), raddoppiando all’incirca ogni venticinque anni, mentre la produzione di beni cresce secondo una progressione aritmetica (2, 4, 6, 8, 10, …). Il risultato di questa legge sarebbe un inarrestabile e progressivo impoverimento della popolazione.Malthus era un malvagio perché pensava che la soluzione a questo stato di cose poteva trovarsi soltanto in alcuni strumenti che permettessero il controllo demografico: quelli preventivi, come il non procreare, in modo da ridurre il tasso di natalità, e quelli successivi, come le guerre, le malattie e la miseria, che avrebbe alzato il tasso di mortalità. Per il Malthus, la riduzione della popolazione poteva consentire migliori condizioni di vita ai superstiti. Detto in termini moderni: la soluzione per la povertà di milioni di persone consisterebbe nell’accorciare loro la vita privandoli dell’assistenza sanitaria e di cibo, così non sarebbero incentivati a fare troppi figli e soffrirebbero di meno. Bella soluzione, eh?

venerdì 1 agosto 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSOECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDECONDIVISIONE BIBLICAPROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISARIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISAUn lettore scrive: 


Adam SmithRIFLESSIONI:

Possiamo discutere se Hillel abbia aggirato o no un comandamento della Torah, ma resta il fatto che senza il suo intervento pochissimi individui offrivano prestiti negli anni che precedevano il settimo anno.
La mancanza di liquidità e di credito generava delle crisi che avevano effetti devastanti sull'economia.
Hillel comprese che bisognava fare qualcosa per garantire il mercato del credito e un continuo flusso di prestiti alle attività.
I politici di oggi dovrebbero seguire l'esempio di Hillel e garantire che le piccole e medie imprese italiane abbiano facile accesso ai prestiti per finanziare le loro operazioni.
Purtroppo, questo non viene fatto, e la stretta creditizia ostacola la crescita economica delle piccole e medie imprese e quindi dell’occupazione.
C’è anche un problema morale.
Il termine rischio morale è usato dagli economisti per descrivere il fatto che quando un individuo, una società o un ente è "assicurato", non è incentivato ad agire con molta attenzione.
Ad esempio, un individuo con l'assicurazione contro gli oggetti di valore custoditi in casa, può essere meno vigile sulla sicurezza delle sue porte o di investire in un buon sistema di allarme.
Come il premio Nobel professor Gary Becker ha scritto: «Se gli individui non sono ritenuti responsabili per le decisioni e le azioni che possono danneggiare se stessi o altri, hanno meno incentivi ad agire in modo responsabile, dal momento che sfuggiranno ad alcune o a tutte le cattive conseguenze delle loro azioni".
Questo sembra proprio riferirsi a ciò che sta accadendo oggi riguardo il fallimento delle banche che chiedono garanzie governative per evitare la bancarotta.
Questo tipo di "assicurazione" contro le cattive decisioni aziendali porterà ancora più cattivi investimenti e problemi in futuro.

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MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSOECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDECONDIVISIONE BIBLICAPROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISARIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISAUn/una lettore/lettrice scrive:



Cambierei due cose. 

1. Le parole "economia" e "condivisa", sono due concetti estranei all' uomo.
Se uno non è un ragioniere, la parola "economia" è come guardare la tinta ad asciugare, così alla stragrande maggioranza di troll di siti e fb, non darebbero uno sguardo.
Anche la parola "condivisa", è un concetto estraneo per l'uomo naturale, e al meglio, fastidioso per il credente.
Le altre parole che usi per descrivere il blog, tipo "miseria", "povertà", "ricchezza" e "lusso", creano così tanto mallessere mentale, solo legendo le prime due, così affiancate alle secondo, la mente e la coscienza umana va in blocco.
Risultato, stare alla larga da questo blog.
Se posso, ti consiglierei di tenere l'obbiettivo com'è, cioè le parole veritiere appena discusse, ma di cambiare l'approccio al soggetto. 

Mi spiego.
Il blog va bene così, ma attira il lettore e scrittore non in una maniera così diretta.
Invece di condivisione prossima, o bene comune, aganciati a promozione tipo del FT, o a chi si trova già a parlare del sogetto però proponendolo in una maniera che attira il lettore.
Prova a fare un giro sulle pagine di Financial Times, Bloomberg, Business and Markets, e copia la metodologia di presentazione loro, che devono gà vendere un soggetto ed idee difficili di per se. Io magari lo chiamerei tipo Tesoro perduto, o, perle nascoste... non so se ho reso l'idea.
Questo è solo la mia opinione fratello, così spero che non ti ho offeso, il contenuto e lo spirito, ed il soggetto sono giustissimi, devi trasformare la presentazione e"l'addescamento" o la vendita per modo di dire...
Benedizioni fratello, e fammi sapere  cosa ne pensi.
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Caro fratello, spero mi scuserai se non la penso come te. Innanzitutto non ho ben inteso la frase in cui scrivi "condivisione è un concetto estraneo all'uomo naturale, tu sai anche di uomo artificiale?
Continuo con dirti che non è affatto vero che i termini "economia e condivisione" sono estranei all'uomo.
ll termine economia è usato da tutti in senso lato, addirittura possso aggiungere che ogni famiglia ogni giorno, ogni mese deve fare i conti con l'economia, e la parola condivisione dovrebbe essere alla base di ogni famiglia e di ogni vero cristiano.
Le parole che meglio illustrano il contenuto del blog, sono x me tutte essatte.
Perchè miseria e povertà sono proprio contrapposte al lusso e alla richezza a causa di un'economia egoista e non condivisa.
Ti chiedo pertanto di rivisitare il blog e fare un commento più costruttivo, grazie.
katya venga

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Adam Smith

RIFLESSIONI: L’economia si basa su incentivi, e solo quando le persone e le imprese hanno i giusti incentivi per lavorare e produrre, l'economia può crescere e prosperare. Anche la Bibbia e il Talmud riconoscono l'importanza degli incentivi economici all'interno di una economia di mercato concorrenziale.Il Talmud precede di secoli le idee rivoluzionarie di Adam Smith sulla concorrenza di prezzo, cioè chi vende a un prezzo più alto sarà costretto ad uscire dal mercato o a ridurre il suo prezzo; la Bibbia, dal canto suo, enfatizza l'uso di pesi e misure oneste.Nella Bibbia troviamo un importante esempio di economia. Ha a che fare con l’anno sabatico, cioè con la cancellazione dei debiti. Malgrado questo sia un comandamento della Torah, la realtà è che quando le circostanze economiche diventano difficili, non tutti sono in grado di vivere secondo questi ideali elevati: il ricco semplicemente rifiuta di prestare denaro al povero nell’imminenza dell’anno sabatico, mosso dal timore di non riaverlo indietro. Come conseguenza di ciò Hillel il Vecchio giunse alla conclusione che era necessaria un’azione drastica, ed istituì la pratica del pruzbul.Hillel comprese che, nella pratica, dall’osservanza delle leggi che impongono la cancellazione di tutti i debiti, accadeva che i meno abbienti fossero privati completamente della possibilità di ricevere prestiti, così che si venivano a trovare, in quel periodo, in condizioni assai peggiori di quelle in cui sarebbero stati senza la protezione dell’anno sabatico.

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RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Un lettore scrive:


Adam Smith

In altre parole, secondo Smith, il libero dispiegarsi delle iniziative individuali non genera caos, ma un ordine naturale desiderabile. 

Da questo è stata tratta la conclusione che se si lascia tutto – economia, ospedali, servizi, scuole, pensioni, banche ecc. – in mano al Mercato, esso guiderà tutto infallibilmente con la sua Mano Invisibile. Anche questo non corrisponde al vero. Merita di essere segnalata l'interpretazione del concetto di mano invisibile data dal noto giurista italiano Guido Rossi (da un'intervista dservizi, el 6 giugno 2008 alla Repubblica): "Uno dei suoi concetti più equivocati è quello della mano invisibile. Nella vulgata si è imposta l'idea che Adam Smith con la mano invisibile abbia inteso dire che il mercato deve essere lasciato a se stesso perché raggiunge automaticamente un equilibrio virtuoso. 

La mano invisibile è diventato l'argomento principe in favore di politiche di laissez-faire, fino ai neoliberisti. In realtà Adam Smith prende a prestito l'immagine della mano invisibile, con molta ironia, dal terzo atto del Macbeth di Shakespeare. Macbeth parla della notte e della sua mano sanguinolenta e invisibile che gli deve togliere il pallore del rimorso prima dell'assassinio. Smith ha preso in giro ferocemente quei capitalisti che credevano di avere il potere di governare i mercati. Tra l'altro Adam Smith capì allora che la Cina sarebbe tornata ad essere una grande potenza dell'economia mondiale, e auspicò una sorta di Commonwealth universale per governare il nuovo ordine internazionale".Di certo Adam Smith non disse mai di lasciare tutto nelle mani del Libero Mercato. Anzi.Perché è importante Adam Smith? Per due motivi. Primo perché fu il primo a concepire un’economia fatta dalla gente e non solo basata sullo sfruttamento dei potenti; secondo perché fu il primo a capire che i capitalisti borghesi non sono affidabili senza un controllo su di loro.