L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSOECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDECONDIVISIONE BIBLICAPROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISARIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISAUn lettore scrive:
Fate attenzione qui al principio di base: Ricardo riconosce per primo che se il Potere (allora i ricchi nobili, oggi lo Stato) spende per le nostre merci e servizi 100, ma poi ci tassa per la stessa cifra che ci ha appena dato (pareggio di bilancio), l’economia va a rotoli, e noi abbiamo lavorato per niente. Ricardo capì due secoli fa che il pareggio di bilancio è micidiale per i cittadini e le aziende, cioè per la società.Detto questo, Ricardo però disse anche altre cose che oscurò la giusta intuizione di prima, perché fondò una scuola di pensiero economico che ancora oggi fa danni terribili alla nostra economia.Egli si è dedicato allo studio della distribuzione della ricchezza tra le classi sociali che hanno contribuito a realizzarla: lavoratori, proprietari fondiari e capitalisti. Il ragionamento di Ricardo prende le mosse dal s ettore agricolo il cui prodotto veniva ripartito tra salari, rendite, e profitti. Nella teoria ricardiana della distribuzione, mentre il salario reale (in termini di grano) tende a mantenersi al livello di sussistenza, la coltivazione di nuove terre provoca un incremento della rendita a scapito del profitto.
Per farla breve, quando il margine di profitto diventa nullo (o pressoché tale), la crescita economica si arresta: il sistema raggiunge così uno stato dettostazionario.
Senza profitto i capitalisti non avrebbero più alcun interesse a investire e l’intero ciclo produttivo finirebbe per arrestarsi. Solo un cambiamento esterno, secondo Ricardo, può alleviare la situazione, e tale cambiamento non può che riguardare le tecniche di produzione usate in agricoltura e l’abolizione dei dazi.
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