lunedì 7 luglio 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO

ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE

CONDIVISIONE BIBLICA

PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA

RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI

DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:


Dio è sempre presente alla nostra vita e conosce i desideri del nostro cuore.
Ci accompagna in tutte i nostri avvenimenti, sia nei momenti belli che nei momenti meno belli.
Avere fiducia in Lui, nel suo amore, rimetterci al suo giudizio di misericordia è pensare che, per quanto ci allontaniamo da lui, il suo amore di Padre ci raggiunge sempre.
Gesù ci invita a cercare il Regno di Dio, i suoi valori e nello stesso tempo avere fiducia nella sua Provvidenza, che, come agli uccelli fornisce il cibo e ai fiori dei campi la bellezza, non ci fa mancare il necessario per la nostra vita.
Cercare il Regno di Dio e la sua giustizia non esclude l’impegno nel lavoro quotidiano per procurarci il cibo, il vestito, la casa, purché queste cose o le ricchezze non diventino l’unico pensiero o l'unica preoccupazione dei nostri giorni, tanto da fare di tutto questo un bene assoluto e dimenticare il nostro rapporto con il Padre celeste.
Dice infatti il Signore: “ Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro …
Non potete servire a Dio e la ricchezza ”.
La ricchezza, con la grande attrattiva che esercita su di noi, ha la capacità di abbindolare il cuore, la mente e ogni energia della nostra vita: si propone come idolo, che ci possiede e non offre che una effimera sicurezza.
Le sollecitazioni della vita ci spingono verso una esistenza frantumata nelle sue energie, interessi e nel nostro agire: con molta difficoltà la nostra ricerca spirituale trova un centro di unificazione tra aspetti terreni e materiali e interessi spirituali.
Gesù dicendoci ancora: « Non preoccupatevi … la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito ? » (Mt 6,25) non intende legittimare la pigrizia, ma vuole rassicurarci che, se ricerchiamo anche e soprattutto il Regno di Dio, il Padre celeste, che ci ha fatto dono della vita e del corpo, sarà sollecito nel donare, nella sua provvidenza, energie e impegno per procurarci il necessario.

Con questo atteggiamento paterno di Dio verso di noi avvertiamo la necessità di metterlo al centro della nostra vita, per cui in relazione con lui, con il suo Regno, tutto assume un significato e un valore nuovo, vissuto nella prospettiva di un amore filiale verso il Padre. 

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