lunedì 31 marzo 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Argentino Quintavalle/25.

Nella precedente lezione abbiamo parlato del malvagio Malthus, che credeva di risolvere il problema della scarsa domanda aggregata aumentando la classe dei nobili parassiti straricchi, così che comprassero le merci disponibili.
Ricardo arriva sulla scena e dice a Malthus: hai detto un mucchio di idiozie, perché tutti i soldi che i tuoi nobili pagheranno ai commercianti per le loro merci e lavoro, se li riprenderanno poi pari pari in tasse e affitti, visto che i tuoi nobili hanno il potere di tassare e sono proprietari di tutti gli immobili.
Tanto varrebbe, aggiunse Ricardo, che i commercianti bruciassero tutta la merce che producono, non cambierebbe nulla per loro.
Fate attenzione qui al principio di base: Ricardo riconosce per primo che se il Potere (allora i ricchi nobili, oggi lo Stato) spende per le nostre merci e servizi 100, ma poi ci tassa per la stessa cifra che ci ha appena dato (pareggio di bilancio), l’economia va a rotoli, e noi abbiamo lavorato per niente.

Ricardo capì due secoli fa che il pareggio di bilancio è micidiale per i cittadini e le aziende, cioè per la società.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:

 La solidarietà dovrà diventare la parola d'ordine di tutti i popoli più avanzati.
Aiutare materialmente chi soffre ed è meno fortunato di noi non è un optional, ma fa parte dei doveri dell'essere umano.
Ho letto questo sul web...che dire, se non che è la pura e sacrosanta verità?
Sin dalla fondazione del mondo, gli uomini si sono riuniti in gruppi allo scopo di soddisfare i bisogni dei suoi individui.
Il più importante dovere dei componenti di una qualsiasi società consiste nell’aiutare e nell’assistere i deboli e gli indigenti.
Stranamente, al giorno d’oggi, tutti sanno che l’indifferenza dei ricchi nei confronti dei problemi dei poveri costituisce il maggior pericolo per la società; questa indifferenza è in grado di distruggere, annientando per primi gli stessi abbienti.
La Bibbia, anche nell'Antico Testamento ci parla di cura verso i poveri e gli indigenti.
Addirittura anche ’Islam quattordici secoli fa, considerando questo pericolo, ha disposto che i ricchi distribuissero ogni anno dei loro averi tra i poveri.
Dice Dio l’Altissimo: “Non raggiungerete mai il bene e la salvezza finché non donerete delle cose che amate”
Innumerevoli culture concernono l’assistenza ai bisognosi; un uomo di Dio disse in proposito: “Le migliori persone sono coloro che si dimostrano maggiormente utili alla gente”.
“Assisti nel momento della sventura l’amico tuo, se vuoi che t’assista la grazia del Signor tuo.
Alfine un giorno raccoglierai, il buon seme che oggi seminerai”.
Un gesto di bontà non costa niente, per chi possiede, ma può rendere felice un INFELICE!
Chi ha orecchie per udire...oda! DTBG

Luisa Lauretta

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA



L’economia condivisa ed il bene comune che la natura ci offre è un tema che dovrebbe interessare tutti.
Ci sono beni in natura che in modo evidente non hanno vita, non crescono e non si sviluppano, si esauriscono con l’uso o il consumo.
Nel mondo ci sono molti materiali che col tempo vengono meno per l’eccessivo consumo.
Questi beni sono disponibili in quantità determinate, cioè sono esauribili; carbone, petrolio, ferro, ecc…
Mentre alcuni beni sono inesauribili come l’acqua, la legna che cresce continuamente in una foresta, ecc…, possono essere considerati permanenti in quanto la loro quantità è inesauribile a motivo del ciclo perenne e nella misura in cui l’uomo usufruisca solo del surplus.
Nella vita animata il segreto della “permanenza” della natura risiede nel ciclo della vita.
In questo ciclo della vita si inserisce anche quello umano che interagisce con la permanenza della natura e nello stesso tempo i beni inesauribili appartengono a tutti.

Ecco che nasce il concetto di beni comuni che devono essere condivisi per il naturale ciclo vitale dell’umanità.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:


 Con il termine famiglia si definisce un concetto obsoleto. 
Molte famiglie hanno vissuto una separazione e pertanto sono famiglie separate, di conseguenza anche l'economia subisce una separazione con le relative conseguenze, sia in negativo che in positivo.


L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA


In relazione al concetto della permanenza e della relativa economia, occorre precisare che qualsiasi cosa inizia in qualche luogo e cessa di esistere prima o poi.
L’intervallo che separa i due momenti varia.
In alcuni casi è breve in altri è lungo.
Un fiore sboccia al mattino, ma la sera è già appassito e muore; la sua vita non è durata che poche ore.
Le tartarughe sono famose per vivere secoli, mentre l’età del nostro universo si misura in milioni di anni.
Così, in confronto con il fiore la tartaruga si dice essere longeva, mentre il mondo appare permanente.
E’ tutta una questione di termini relativi.
La natura è limitata da tempo e spazio.
La vita umana raramente raggiunge i cento anni, mentre l’unità per calcolare la vita della natura raggiunge cifre astronomiche, motivo per cui la vita dell’uomo si dice essere transeunte in comparazione con quella della natura che è permanente; la teoria della relatività vale anche in questo contesto.
Quando si parla di “economia di permanenza” si mette in confronto questo periodo con la vita dell’uomo che è transeunte.

Il concetto della condivisione economica risale a millenni addietro, si hanno riscontri storici molti secoli a.C. e quindi la possiamo considerare permanente a confronto della vita dell’uomo.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Argentino Quintavalle/24.


Capire l’economia del mondo ci permette di capire perché le aziende non fatturano, sono in perdita, devono licenziare, e soprattutto ci permette di capire se ciò che ci viene raccontato è vero o falso e prendere di conseguenza delle decisioni. 
Da diverso tempo in Italia si parla del pareggio di bilancio.
Ce lo impone l’Europa.
Ci hanno detto che se lo Stato spende per noi cittadini e aziende 100 €, ma poi ci tassa 100 €, cioè pareggia il suo bilancio, tutta l’Italia sarà risanata.
Menzogne!
Ci devono spiegare come la gente può vivere ricevendo 100 € e poi ridandoli indietro tutti in tasse. Quindi il pareggio di bilancio risana solo un numero sui computers del Ministero del Tesoro, e rovina il Paese (per il profitto degli speculatori).

All’inizio dell’800 questa trappola l’aveva capita un certo David Ricardo, un economista britannico della scuola classica (1772-1823).

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA



Spesso si parla di religione e di fede, alle volte si fa confusione tra i due concetti.
La religione è largamente istituzionale e ritualistica, mentre la fede determina un rapporto personale tra l’uomo e Dio creatore di tutte le cose.
La non distinzione concettuale dei due termini, spesso, porta a far perdere la fede perché viene giudicata una superstizione da evitare.
Nel momento in cui si fa coincidere la religione con la fede, nella propria vita vengono a venir meno alcuni valori importanti del cristianesimo.
Dall’esclusione della fede nella vita di tutti i giorni scaturisce un divorzio tra economia ed etica con il pretesto che gli affari sono affari.
Negli archivi tradizionali della conoscenza, l’economia e la sociologia sono state comprese separate ed esclusive. Gli uomini sono stati divisi in tanti compartimenti stagni.
La mano destra non sa quello che fa la sinistra, ma la natura non riconosce tali divisioni; anche il mondo cristiano non dovrebbe riconoscere tali divisioni perché il tutto è riconducibile ad amare il prossimo come se stesso.
Occorre coordinare i vari principi biblici e focalizzare i problemi della vita quotidiana dell’uomo, intesa come un’integrale indivisibile unità.

Si deve ricollegare la vita alla nostra essenza spirituale più profonda, così che la routine quotidiana possa essere conforme ai dettati biblici.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Un lettore scrive:


La guerra di tutti contro tutti (Bellum Omnium contro omnes) - il concetto di filosofia sociale di Thomas Hobbes che descrive lo stato naturale della società prima di entrare nel "contratto sociale " e la formazione dello stato. 
Per giustificare la sua idea lui usa le immagini di uno "stato naturale" cosiddetto delle cose, quando tutti gli uomini sono uguali , e ciascuno guidato da loro bisogni e interessi .
L'uomo è egoista , è dotato di forti passioni, abbia sete di gloria, di potere, di ricchezza, del godere.
Il principio del suo comportamento è molto semplice : una persona tende a ottenere i maggiori benefici ed evitare la sofferenza .
La libertà umana: ogni individuo ha il diritto di fare qualsiasi cosa, anche il diritto di uccidere un'altra persona.
Questo porti a conflitti continui, impossibilità di fornire il bene pubblico, difficile salvarsi dal male .

Quindi c'è una guerra di tutti contro tutti.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Un lettore scrive:

Anche se mi sento piuttosto lontano da concetti di tipo cristiano in ambito di potere temporale (se penso alla chiesa dell'ultimo ventennio...) mi trovo estremamente d'accordo con il concetto dell'egoismo e aggiungerei che l'avidità oltre che l'egoismo ha generato quello che accade tutti i giorni nel mondo globale.
Siamo nell'era dello sharing ma vediamo come i poteri forti del danaro in virtù della loro avidità e del loro egoismo, mettano in un collettivo disastro intere nazioni.
Se non si diffonderà il concetto che la condivisione e una adeguata forma di capitalismo collettivo sono un bene per tutti non potremo mai vedere uscire dal loop nel quale ormai dal 2004/2005 in varie forme ci stiamo trovando tutti.
L'alternativa è la catastrofe purtroppo perché questa avidità non guarda al futuro, non gliene importa nulla del futuro.

Come qualcuno di molto autorevole diceva: il futuro sarà una gara tra il progresso e la catastrofe.

domenica 30 marzo 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO

ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Argentino Quintavalle/28.    


 Eppure tutti gli economisti che oggi vanno per la maggiore sono convinti che chiunque si debba comportare esattamente come il contadino del modello ricardiano di due secoli fa, soprattutto lo Stato.
E questo cosa significa?
Che secondo loro tutti, chiunque al mondo maneggi denaro, soprattutto il Governo, deve prima risparmiare, poi potrà spendere/investire, e sono convinti che quell’investimento futuro genererà ricchezze e impiego per il Paese.
Infatti oggi nel mondo moderno tutta la teoria economica che regola le nostre vite predica la soluzione di Ricardo per la crescita economica, e gli accordi sul commercio internazionale, come quelli siglati nell’ambito del WTO si basano sul modello economico ricardiano sviluppato due secoli fa. Viene insegnato in tutte le Università più importanti da cui escono tutti i tecnocrati che contano (Draghi, Monti, ecc.).
E il risultato è questo: hanno convinto tutti, Governi inclusi, a chiudere la borsa della spesa e a mettere denaro da parte per investire/spendere domani.
Conseguenze?
A) Allo Stato viene detto che deve ridurre la spesa e accumulare un surplus (risparmio) di denaro, così potrà investire un domani.
Ma così facendo, non solo lo Stato ci dà 100 e ci toglie 100, che come spiegato sopra è già un disastro per i cittadini e le aziende, ma addirittura si mette a darci 100 e a tassarci 150 per fare il suo surplus (risparmio) ricardiano, così noi andiamo sempre in rosso di 50 ogni anno, e invece della futura creazione di ricchezza abbiamo un’apocalisse economica immediata.
B) I cittadini vengono incoraggiati a mettere da parte più denaro possibile in prodotti finanziari di ogni tipo (con cui poi le finanziarie speculano) e che è tutto denaro paralizzato, cioè non investito nell’economia reale.
Quel denaro equivale pari pari a merci, servizi, lavori, case, auto, cibo ecc. non venduti, poiché non viene speso!

Questo, come disse Malthus, deprime la domanda aggregata e manda a rotoli l’economia.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
Uno lettore scrive:
Sarebbe bello e poi in questi tempi, io penso che il sistema politico sta crollando, anzi già lo è, vedi che non investe più nessuno nel lavoro, la disoccupazione dilaga, i tg non ne parlano, stiamo andando verso i tempi della tribolazione, i credenti si dovrebbero organizzarsi ideare qualcosa che faccia da sostegno alle famiglie che non hanno più il lavoro. Ma questa economia condivisa e solo teoria? o già e istituita?

Siamo in fase istituzionale, abbiamo tenuto un convegno nazionale l’anno scorso ed è in programma uno per quest’anno

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Argentino Quintavalle/27.



Per farla semplice senza entrare nei tecnicismi del modello economico, il principio di Ricardo diceva questo: il contadino che raccoglie 100 ql. di grano, ne deve risparmiare una parte per piantarla l’anno dopo.
Il contadino ha quindi risparmiato una parte.
Quel risparmio verrà poi investito (seminato) e porterà del frutto al contadino.
Quindi Ricardo ne concluse che per poter fare investimenti nella produzione, era prima necessario risparmiare.
In altre parole: i risparmi di oggi generano gli investimenti futuri.
Fin qui tutto bene, ma questo era vero per il contadino dell’800!
Oggi non giriamo con il grano in tasca per andare a fare la spesa.
Oggi abbiamo il denaro.
Inoltre, e questo è il punto focale di tutto, nella nostra economia moderna è impossibile che qualcuno possa risparmiare denaro prima che il creatore del denaro, cioè lo Stato, glielo abbia dato, cioè prima che lo Stato abbia investito spendendo.
È anche impossibile che fra noi privati io possa risparmiare prima che un altro privato mi abbia dato dei soldi.
Quindi, è ovvio che prima ci deve essere l'investimento (dello Stato o del privato), e solo dopo semmai il risparmio.

Questo ribalta completamente l'idea di Ricardo, e la formula giusta invece è: gli investimenti di oggi generano i risparmi futuri.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
ECONOMIA DI CONDIVISIONE – DIVERSE ECONOMIE.
IN INATURA E NEL REGNO ANIMALE C’E’ L’ ECONOMIA DELLA PERMANEZA CHE DOMINA.
Sorge spontanea una domanda, l’economia della permanenza è applicabile anche nell’umana convivenza?



A mio avviso occorre una profonda rivoluzione culturale per poter capire ed applicare questo tipo di economia fino a quando l’egoismo dell’uomo prevale sullo spirito di servizio verso gli altri.
Fino a quando il dio denaro è il fine ultimo dell’esistenza questo tipo di economia avrà poca possibilità di successo.
Eppure solo questo tipo di economia può proiettare l’umanità verso la nonviolenza e la pace fra i popoli, ma prima dobbiamo essere noi convinti si seguire questa direttiva e raggiungere tale scopo.
In una lettera ai Romani 1:26-27 si legge: “Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami: poiché le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura, e similmente anche i maschi , lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento”

IN GENERALE, LA PERMANENZA DEVE PARTIRE DALL’UOMO O DONNA PER POI PENSARE A QUESTO TIPO DI ECONOMIA; L’ECONOMIA DELLA CONDIVISONE E’ SU QUESTA STRADA.

sabato 29 marzo 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.


MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:


Chi si adopera per il bene si attira benevolenza. (Pv. 11:27)
Dio ci invita ad adoperarci per il bene del nostro prossimo perché ci ha creati interconnessi.
Nessuno di noi vive in un'isola deserta ma è calato in un contesto di relazioni.
Chi ha sperimentato l'amore di Dio lo può trasmettere agli altri seguendo l'esempio di Gesù che è stato inviato da Dio Padre a:" recare una buona notizia agli umili."
L'amore che riceviamo di Dio è un amore che non compatisce, ma agisce e porta frutto.
Sappiamo di quale amore, amare il nostro prossimo.
Ognuno di noi è così costretto ad assolvere ai bisogni di chi soffre, adoperarsi per le necessità di chi è nel bisogno.
Questo è lo scopo di Dio per ognuno di noi e non può fare altro che del bene a chi lo adempie.
Decidiamo di ricevere benedizione dando benedizione a chi ci è vicino.

Infatti dice la Bibbia:" Chi annaffia, sarà pure annaffiato." (Pv. 11.25)

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA


Spesso si parla di libertà in senso generico, ma non si parla della libertà economica in senso stretto che riguarda il commercio locale e non quello globale teso a favorire la speculazione dei grandi gruppi che operano a livello mondiale.
Il cambiamento lo si può pensare anche come commercio locale per sottrarlo alle speculazioni internazionali, questo lo si può praticare anche in agricoltura ed evitare, nel limite del possibile, il costo del trasporto ed il relativo inquinamento atmosferico derivante dal bruciare il necessario carburante per il movimento delle merci su gomma.
Per fare questo occorre riorganizzare anche l’agricoltura tale che la coltivazione, la raccolta ed il commercio avvengano nel rispetto dei principi biblici che non prevedono sfruttamento del prossimo, ma la massima lealtà e rispetto reciproco, quindi una fraternità pratica e non solo teorica.
Le varie unità produttive locali possono interagire fra loro e quindi determinare una certa indipendenza locale per il bene della collettività.
Molti fannulloni e speculatori dovrebbero cambiare mestiere e fare emergere una economia sana, liberarla dai parassiti e predatori che mirano ad opprimere sempre più i deboli, tesa ad instaurare un clima di serenità anche nel campo economico e far si che i poveri non divengano sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi.

Solo allora possiamo pensare ad una economia della condivisione che mira ad una equità fra i soggetti interessati alla produzione e quindi pensare ad un  cristianesimo autentico e non di facciata.

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Argentino Quintavalle/26.


Detto questo, Ricardo però disse anche altre cose che oscurò la giusta intuizione di prima, perché fondò una scuola di pensiero economico che ancora oggi fa danni terribili alla nostra economia.
Egli si è dedicato allo studio della distribuzione della ricchezza tra le classi sociali che hanno contribuito a realizzarla: lavoratori, proprietari fondiari e capitalisti.
Il ragionamento di Ricardo prende le mosse dal settore agricolo il cui prodotto veniva ripartito tra salari, rendite, e profitti.
Nella teoria ricardiana della distribuzione, mentre il salario reale (in termini di grano) tende a mantenersi al livello di sussistenza, la coltivazione di nuove terre provoca un incremento della rendita a scapito del profitto.
Per farla breve, quando il margine di profitto diventa nullo (o pressoché tale), la crescita economica si arresta: il sistema raggiunge così uno stato detto stazionario.
Senza profitto i capitalisti non avrebbero più alcun interesse a investire e l’intero ciclo produttivo finirebbe per arrestarsi.

Solo un cambiamento esterno, secondo Ricardo, può alleviare la situazione, e tale cambiamento non può che riguardare le tecniche di produzione usate in agricoltura e l’abolizione dei dazi.