sabato 29 marzo 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA


Spesso si parla di libertà in senso generico, ma non si parla della libertà economica in senso stretto che riguarda il commercio locale e non quello globale teso a favorire la speculazione dei grandi gruppi che operano a livello mondiale.
Il cambiamento lo si può pensare anche come commercio locale per sottrarlo alle speculazioni internazionali, questo lo si può praticare anche in agricoltura ed evitare, nel limite del possibile, il costo del trasporto ed il relativo inquinamento atmosferico derivante dal bruciare il necessario carburante per il movimento delle merci su gomma.
Per fare questo occorre riorganizzare anche l’agricoltura tale che la coltivazione, la raccolta ed il commercio avvengano nel rispetto dei principi biblici che non prevedono sfruttamento del prossimo, ma la massima lealtà e rispetto reciproco, quindi una fraternità pratica e non solo teorica.
Le varie unità produttive locali possono interagire fra loro e quindi determinare una certa indipendenza locale per il bene della collettività.
Molti fannulloni e speculatori dovrebbero cambiare mestiere e fare emergere una economia sana, liberarla dai parassiti e predatori che mirano ad opprimere sempre più i deboli, tesa ad instaurare un clima di serenità anche nel campo economico e far si che i poveri non divengano sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi.

Solo allora possiamo pensare ad una economia della condivisione che mira ad una equità fra i soggetti interessati alla produzione e quindi pensare ad un  cristianesimo autentico e non di facciata.

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