MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA
– TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE
SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE
PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Spesso si parla di libertà in senso generico, ma non si parla
della libertà economica in senso stretto che riguarda il commercio locale e non
quello globale teso a favorire la speculazione dei grandi gruppi che operano a
livello mondiale.
Il cambiamento lo si può pensare anche come commercio locale
per sottrarlo alle speculazioni internazionali, questo lo si può praticare
anche in agricoltura ed evitare, nel limite del possibile, il costo del
trasporto ed il relativo inquinamento atmosferico derivante dal bruciare il
necessario carburante per il movimento delle merci su gomma.
Per fare questo occorre riorganizzare anche l’agricoltura
tale che la coltivazione, la raccolta ed il commercio avvengano nel rispetto
dei principi biblici che non prevedono sfruttamento del prossimo, ma la massima
lealtà e rispetto reciproco, quindi una fraternità pratica e non solo teorica.
Le varie unità produttive locali possono interagire fra loro
e quindi determinare una certa indipendenza locale per il bene della
collettività.
Molti fannulloni e speculatori dovrebbero cambiare mestiere e
fare emergere una economia sana, liberarla dai parassiti e predatori che mirano
ad opprimere sempre più i deboli, tesa ad instaurare un clima di serenità anche
nel campo economico e far si che i poveri non divengano sempre più poveri ed i
ricchi sempre più ricchi.
Solo allora possiamo pensare ad una economia della
condivisione che mira ad una equità fra i soggetti interessati alla produzione
e quindi pensare ad un cristianesimo
autentico e non di facciata.
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