domenica 30 marzo 2014

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO

ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Argentino Quintavalle/28.    


 Eppure tutti gli economisti che oggi vanno per la maggiore sono convinti che chiunque si debba comportare esattamente come il contadino del modello ricardiano di due secoli fa, soprattutto lo Stato.
E questo cosa significa?
Che secondo loro tutti, chiunque al mondo maneggi denaro, soprattutto il Governo, deve prima risparmiare, poi potrà spendere/investire, e sono convinti che quell’investimento futuro genererà ricchezze e impiego per il Paese.
Infatti oggi nel mondo moderno tutta la teoria economica che regola le nostre vite predica la soluzione di Ricardo per la crescita economica, e gli accordi sul commercio internazionale, come quelli siglati nell’ambito del WTO si basano sul modello economico ricardiano sviluppato due secoli fa. Viene insegnato in tutte le Università più importanti da cui escono tutti i tecnocrati che contano (Draghi, Monti, ecc.).
E il risultato è questo: hanno convinto tutti, Governi inclusi, a chiudere la borsa della spesa e a mettere denaro da parte per investire/spendere domani.
Conseguenze?
A) Allo Stato viene detto che deve ridurre la spesa e accumulare un surplus (risparmio) di denaro, così potrà investire un domani.
Ma così facendo, non solo lo Stato ci dà 100 e ci toglie 100, che come spiegato sopra è già un disastro per i cittadini e le aziende, ma addirittura si mette a darci 100 e a tassarci 150 per fare il suo surplus (risparmio) ricardiano, così noi andiamo sempre in rosso di 50 ogni anno, e invece della futura creazione di ricchezza abbiamo un’apocalisse economica immediata.
B) I cittadini vengono incoraggiati a mettere da parte più denaro possibile in prodotti finanziari di ogni tipo (con cui poi le finanziarie speculano) e che è tutto denaro paralizzato, cioè non investito nell’economia reale.
Quel denaro equivale pari pari a merci, servizi, lavori, case, auto, cibo ecc. non venduti, poiché non viene speso!

Questo, come disse Malthus, deprime la domanda aggregata e manda a rotoli l’economia.

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