domenica 19 ottobre 2014
L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA
MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
11) ACQUISTI RECIPROCI: incoraggiare le persone a comprare da aziende di credenti, se possibile.
Keynes aveva previsto che in una situazione depressa gli investitori non avrebbero mai investito, e infatti da noi è proprio così.
Questo è il disastro che hanno creato quelli che hanno voluto l’euro!
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sabato 18 ottobre 2014
L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE - CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Di Calogero profeta:
NON BISOGNA PORRE LIMITE ALLE RISORSE.
Sin dalla creazione della Terra si può dire che siano state poste su di essa delle risorse necessarie per la sopravvivenza degli animali, degli uomini e di ogni forma vivente.
Parte di queste risorse sono state utilizzate per costruire armi (ferro, rame, alluminio…), altre per costruire degli utensili e dei suppellettili, usati nella vita domestica(zappe, aratri, pentole, posate…); altre ancora, per realizzare progetti ed impianti di ogni sorta e che hanno contribuito nel far migliorare le condizioni di vita degli uomini, soprattutto negli ultimi tempi, col progresso scientifico e tecnologico nel mondo occidentale.
Sembra che le risorse a nostra diposizione non bastino in futuro non molto lontano.
Per questo motivo che le multinazionali e i poteri forti propendono per l’uso dei prodotti geneticamente modificati (OGM), col pretesto di poter porre fine alla fame, nei paesi in via di sviluppo.
Come stanno le cose con l’Economia di Dio, alla luce delle Sacre Scritture (contenute nella Bibbia)?
LE RISORSE LE HA CREATE DIO.
L’uomo non ha creato nulla prima che fosse posto nell'Eden.
E’ stato fatto a immagine di Dio, l'uomo ha la facoltà di creare cose usando le risorse che ha a disposizione, ma non può creare dal nulla.
E’ soltanto Dio il Creatore e Formatore di tutte le cose che esistono.
Egli le ha create mediante il verbo, ovvero, con la la Parola ed è capace di continuare a crearle, essendo lo stesso ieri, oggi ed in eterno.
L’UOMO E’ RESPONSABILE DELLA GESTIONE DELLE RISORSE
Non si devono dissipare le risorse che sono rimaste a disposizione dell’uomo: sono preziose, necessarie, vitali.
Il consumismo sfrenato induce gli uomini (occidentali) a depauperare e ridurre sempre più le riserve che rimangono ancora, e non si sa per quanto tempo, ma i credenti cristiani dovrebbero sentire il bisogno di gestirle in maniera appropriata, sobria, equilibrata, virtuosa.
LE RISORSE VANNO CONDIVISE E RAZZIONALIZZATE
Non è giusto che ad avvalersi delle risorse siano in pochi e la gran parte degli individui debba patire la fame, la sete, il freddo, il caldo, gli orrori della guerra e le conseguenze che ne derivano.
Alla fine dobbiamo ritornare nella polvere e rendere conto a Dio di ciò che pensiamo e come operiamo. Faremo la stessa fine del “ricco” e di “Lazzaro” se si continua ad essere egoisti e non si condivide tutto ciò che si ha.
LE RISORSE NON MANCHERANNO MAI AI CREDENTI
E’ sempre stato così: ai giusti e ai cosi detti credenti non è mai mancato il necessario per la sopravvivenza. “I pensieri dell’uomo diligente producono di certo abbondanza; ma l’uomo disavveduto, cade senza fallo in necessità”( Proverbi 21:25). “Io sono stato fanciullo e sono anche diventato vecchio, e non ho visto il giusto abbandonato, né la sua progenie accattare il pane”( Salmo 37: 25).
Nel corso dei secoli e dei millenni, sempre si sono presentati i momenti di distretta e di persecuzione e nondimeno i giusti ed i “santi”, sono stati soccorsi, nutriti, consolati, aiutati liberati dalla potente mano di Dio.
Si pensi alla vedova che era in attesa di morire prima che fosse stata avvicinata dal profeta Elia: lei era rimasta con un po’ di farina per fare una focaccia e mangiarla assieme al figlio.
Intervenne il profeta Elia e per la sua parola l’olio continuò ad uscire dall’orciolo per molto tempo senza mai esaurirsi.
Non si dimentichi come venne nutrito il medesimo profeta quando si ritrovò da solo nel deserto: i corvi gli portarono per cibo della carne.
Ci si soffermi nel pensare come Gesù abbia potuto da cinque pani e due pesci sfamare più di 4000 persone… Le risorse non mancheranno mai ai credenti!
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sabato 4 ottobre 2014
L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE - CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Di Argentino Quintavalle:
7) NON FAVORIRE LA PIGRIZIA: Alcuni non sanno negarsi nulla, né economizzare per tenersi fuori dai debiti e mettere da parte qualcosa per il momento del bisogno.
Essi sono in errore; non sono i poveri del Signore.
8) UFFICI DI CONDIVISIONE: istituire uffici di diaconato a livello locale e nazionale dove le persone possono condividere le loro esigenze con altri credenti e con coloro che le possono soddisfare; una sorta d’incontro tra domanda e offerta. Questo farebbe risparmiare ai credenti molto denaro.
9) SOSTENERE I POVERI: utilizzare il denaro con saggezza per aiutare le vedove, gli orfani, gli affamati e gli altri che sono privi di mezzi per prendersi cura dei loro bisogni di base e dare loro la possibilità di migliorare la loro vita.
10) RICCHI: incoraggiare i ricchi a fare offerte e/o mettere a disposizione i loro beni che altrimenti rimarrebbero improduttivi.
11) ACQUISTI RECIPROCI: incoraggiare le persone a comprare da aziende di credenti, se possibile.
Queste sono alcune cose pratiche che penso si possano fare coerentemente con i principi della Bibbia.
L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE - CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Di Argentino Quintavalle:
2) FORMAZIONE: aiutare i credenti a comprendere i principi della gestione cristiana.
Insegnare alla gente come pensare a quello che vogliono rispetto a quello di cui hanno veramente bisogno.
Insegnare alla gente il fatto che tutta la ricchezza viene dalla terra e dalle risorse della natura.
Pertanto, tutta la ricchezza deriva da Dio e deve essere utilizzata per la sua gloria.
Noi siamo solo amministratori.
3) PRO-INDIPENDENZA: aiutare le persone a diventare indipendenti.
4) CONDIVISIONE DEI PRINCIPI ECONOMICI BIBLICI: cercare di mostrare ai governanti la fonte dei problemi economici, in modo che possano fare qualcosa per riconoscere che tutti hanno il diritto di essere aiutati.
5) INCORAGGIARE LE IMPRESE CRISTIANE: investire in risorse umane senza sfruttare.
Gestire le proprie attività secondo principi cristiani.
6) LAVORO PER I NUOVI CREDENTI: dobbiamo avere una cura particolare per coloro che hanno il coraggio morale di accettare la verità e che per questo possono perdere il loro lavoro.
Essi non devono essere lasciati senza aiuto.
L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
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PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Di Argentino Quintavalle:
COSA PUÒ FARE LA CHIESA
1) PRINCIPIO: Riconosciamo che Dio come Creatore è proprietario di tutte le cose.
Nell'Antico Testamento, l'anno sabatico e l'anno giubilare erano espressioni concrete della convinzione che la terra è di Dio e che il popolo d'Israele appartiene a Dio (Lev. 25:23,42,55).
Gesù, all'inizio del suo ministero, ha annunciato l'anno di grazia del Signore, spesso identificato con il Giubileo.
Attraverso Gesù, il povero ha sentito buone notizie, i prigionieri sono liberati, i ciechi recuperano la vista, e gli oppressi acquistano la libertà (Luca 4:16-21).
La prima chiesa di Gerusalemme ha messo il giubileo in pratica predicando il Vangelo, guarendo i malati, e condividendo i beni.
Le chiese erano solidali con chi si trovava nel bisogno (Atti 2:44,45; 4:32-37; 2Cor.8:1-15).
Come amministratori della terra di Dio, siamo chiamati ad aver cura della terra (Gen. 1:26-28).
Come amministratori del denaro, dobbiamo vivere semplicemente, praticare l’aiuto reciproco all'interno della Chiesa, sostenere la giustizia economica, e dare con generosità e cuore allegro (Fil. 4:11,12; 2Cor. 8:13,14; 2Cor.9:7; Giac. 5:4).
Come persone dipendenti dalla provvidenza di Dio, non dobbiamo essere preoccupati per le necessità della vita, ma di cercare prima il regno di Dio (Mat.6:24-33).
Non possiamo essere veri servitori di Dio e lasciare che la nostra vita sia governata dal desiderio della ricchezza.
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Di Argentino Quintavalle:
Il giubileo non è una utopia.
Qualcuno si può chiedere che cosa accade a tutti quei miglioramenti, agli edifici costruiti, e alle aggiunte che erano fatte alla terra.
Anche questi venivano restituiti ai proprietari?
Ebbene, in questo caso ci doveva essere un risarcimento per gli eventuali miglioramenti apportati.
Tutto dipendeva dal contratto di vendita originale e ciò che era stato concordato all’inizio.
Per quanto riguarda l’annullamento dei debiti ogni sette anni, è naturale per la nostra cultura chiedersi: come si poteva evitare gli abusi di persone che chiedevano soldi in prestito ma che in realtà non ne avevano bisogno, arricchendosi pertanto indebitamente?
La gente doveva esser accorta.
Doveva conoscere e fidarsi di colui che chiedeva in prestito.
Inoltre, il divieto era solo per il creditore di richiedere indietro il denaro, ma il debitore poteva ancora rimborsare il debito (come un dono).
Questa era certamente una pratica comune tra le persone oneste.
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venerdì 3 ottobre 2014
L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
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ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE - CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Di Argentino Quintavalle:
Il pieno impiego deve diventare l’obiettivo prioritario delle autorità che governano l’economia e il Paese.
Keynes, infatti, sostiene che la “mano invisibile” di Smith (vedi Lezione 1) assomiglia piuttosto al vestito nuovo dell’imperatore della favola di Andersen: essa è invisibile proprio perché non esiste.
Secondo Keynes i mercati non si riequilibrano da soli, ma devono essere governati per evitare sprechi di risorse e inefficienze.
Nell’individuare i rimedi più appropriati contro la disoccupazione, Keynes introduce una innovazione, di portata rivoluzionaria: l’espansione della spesa pubblica, la quale, aumentando la domanda di beni e servizi, permetterà di espandere la produzione delle imprese e con essa il volume dell’occupazione.
Aumento
della spesa pubblica
→
Aumento
della produzione
→
Aumento
dell’occupazione
L’analisi di Keynes delinea così le premesse di una nuova disciplina, la politica di bilancio, il cui scopo è proprio di individuare i rimedi più opportuni contro la disoccupazione, per portare il sistema economico al pieno impiego di tutte le risorse disponibili.
Quando le entrate non sono sufficienti a coprire le spese il bilancio dello Stato si trova in deficit.
Nella nuova prospettiva delineata da Keynes il deficit di bilancio dello Stato non costituisce più un pericolo, come sosteneva la teoria neoclassica, ma diventa lo strumento necessario per raggiungere l’obiettivo del pieno impiego. Secondo Keynes, infatti, l’incremento di reddito generato dall’aumento della spesa pubblica, oltre alla crescita dei consumi delle famiglie, determina anche una crescita del risparmio privato ed è quindi in grado di autofinanziarsi.
TEORIA NEOCLASSICA
TEORIA KEYNESIANA
↓
↓
Il bilancio dello Stato
deve essere in pareggio
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RIFLESSIONI NECESSARIE PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Di Argentino Quintavalle:
Disastro.
Infatti, gli investitori per investire in beni reali e posti di lavoro pretenderanno degli interessi altissimi per coprirsi dai rischi.
Ecco esattamente la situazione catastrofica e distruttiva di oggi, dove gli investitori non stanno aprendo aziende, anzi, falliscono in massa, e dove quindi la spirale negativa dell’economia va sempre più in basso con la disoccupazione sempre più in alto, come predisse Keynes.
Mentre dall’altra parte abbiamo investimenti folli in speculazione.
Per finire questa tappa Keynesiana, arrivo alla ricetta che Keynes diede per rimediare al disastro sopra descritto.
Egli disse che in quelle condizioni di pessimismo generale e di depressione SOLO lo Stato è in grado di intervenire per stimolare l’economia con i suoi investimenti.
E deve farlo, ci dice Keynes.
Riassumo: gli investitori investiranno e creeranno posti di lavoro solo se sono in una economia che promette bene; gli investitori non assumeranno MAI e poi mai finché sono pessimisti sull’economia.
Questo significa che il Mercato da solo non eliminerà mai la disoccupazione; infatti meno redditi ci sono meno la gente spende, meno gli investitori guadagnano e meno investono.
A questo punto solo lo Stato può intervenire a stimolare l’economia coi suoi soldi, uno Stato in grado di predisporre le misure necessarie per eliminare il principale fallimento strutturale del mercato.
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Di Argentino Quintavalle:
Ora attenzione!
Questo è un punto cruciale.
Vediamo cosa succede oggi?
Oggi l’Eurozona ha stabilito regole economiche che di per sé distruggono le economie dei Paesi membri. Keynes aveva previsto che in una situazione depressa gli investitori non avrebbero mai investito, e infatti da noi è proprio così.
Non investe nessuno, non si creano posti di lavoro e redditi.
Ma questo ci impoverisce ancora di più, e allora l’investitore teme sempre di più e investirà sempre di meno… e così via come un cane che si morde la coda.
Questo è il disastro che hanno creato quelli che hanno voluto l’euro!
È una condanna senza via d’uscita.
E infatti anche quelle operazioni che ogni tanto fa Draghi alla Banca Centrale Europea sono del tutto inutili, come disse Keynes.
Draghi a volte immette soldi a tassi bassissimi nelle banche europee facendo credere che poi queste torneranno a investire o prestare alle famiglie e aziende.
Ma non lo fanno!
Proprio per quello che disse Keynes: nessuna banca apre i rubinetti se è pessimista sull’economia!
Ma ci vuole molto a capirlo?
Ma Keynes era geniale, e predisse anche un’altra cosa nel capitolo 17 della Teoria Generale.
La faccio semplice: se gli investitori si trovano in una economia che va sempre più in depressione, cosa faranno?
Decideranno, disse Keynes, di investire solo in beni finanziari, cioè speculazione che non crea nessun posto di lavoro né vera economia.
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Di Argentino Quintavalle:
La CECA fu il primo passo concreto verso l’unificazione politica, il primo mattone della costruzione dell’impero, e questo impero è una sorta di società a responsabilità limitata, la ONE World Company.
Con la firma del Trattato di Roma del 1957, che spianò la strada alla Comunità Economica Europea, si fece un ulteriore passo verso una futura società mondiale a responsabilità limitata.
"L’aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non arrivate a discernerli?"
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Ciao,
ho visitato il blog...condivido praticamente tutto.
In estrema sintesi posso dirti che superare gli individualismi sarebbe l`unica via per egualmente distribuire le ricchezze e superare ogni crisi.
È un progetto bellissimo e naturalmente aderente ai principi cristiani.
Ma penso che sia tutto un po`utopistico......finché sui principi insegnati da Gesù prevarranno l`egoismo, la prevaricazione e la sete morbosa di AVERE, più che di ESSERE.
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