MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE
SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE
PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:
1. Devi
pensare che il prossimo ha diritto di avere da te lume, aiuto e conforto, come
un figlio da sua madre.
E’ questo un diritto concesso a lui dal tuo
stato d’amore.
La sposa
infatti ha il diritto, oltre che il dovere, di tutelare e difendere gli
interessi dello sposo: e gli interessi dello Sposo tuo Gesù sono la conquista
delle anime.
2. Devi
sentirti madre del prossimo debole e sofferente: per cui devi avere per lui
amore generoso, che ti spinga a dare il sangue per la sua anima.
Potendolo,
lo aiuterai nei suoi bisogni, lo difenderai dalle male lingue, lo consolerai
nelle sue afflizioni.
Una difesa
ed un aiuto, potendolo, darai generosamente.
3. Devi
essere sorella del tuo prossimo, perché è parte come te del Corpo di Gesù.
E come
sorella avrai per lui una carità paziente, che lo sappia compatire e sopportare
nei suoi difetti; che lo possa illuminare nei suoi dubbi; istruire nella sua
ignoranza; aiutare nella ricerca della pace, della fede, dell’amore, che unisce
a Dio e solleva a lui con gioia il cuore e lo spirito.
4. Devi
farti serva del tuo prossimo a somiglianza
di Gesù, venuto al mondo per servire gli uomini di buona volontà, per il
raggiungimento della felicità eterna.
E quindi con dolcezza ti presterai a
soccorrerlo anche nelle sue necessità materiali, per conquistarlo al tuo
Diletto.
Se offesa, imita Gesù quando prese lo
schiaffo, poi quando si mantenne in assoluto silenzio.
Buone
figliole, vi dico subito che i desideri di Gesù sono gli stessi desideri del
nostro prossimo, naturalmente quelli buoni e possibili.
Per cui dobbiamo tenere per certo che Gesù
desidera da noi quello stesso che da noi desidera il nostro prossimo.
Quindi se
questi desidera un sorriso, una delicatezza, una soddisfazione qualunque ed un
qualunque favore, piacere, che si possono concedere facilmente e senza offesa
di Dio, noi dobbiamo esser certi che è lo stesso Gesù a desiderare quelle cose,
per cui, se noi facciamo finta di non accorgercene o se noi siamo duri a
concederli, siamo anche certi di aver fatto quella finzione a Gesù stesso e di
aver negato a lui stesso le piccole gioie così richiesteci.
Ed allora
che varrebbero le nostre preghiere, tutte le nostre meditazioni e tutti i
nostri sacrifici?
Ma forse che sono false le parole di Gesù:
“Quello che avete fatto agli altri l’avete fatto a me?.
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