MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE
SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE
PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:
I due
discepoli di Emmaus erano terribilmente delusi e si sentivano falliti.
Avevano così
tanto sperato e invece tutto si era infranto, tutto sembrava nient'altro che
un'illusione.
La loro
storia, i loro progetti, i loro sogni sembravano compromessi per sempre e
definitivamente.
Gli apostoli
avevano dato tutto per Gesù, avevano lasciato lavoro, case, famiglia, moglie,
figli, tutte le loro certezze: possiamo capire che delusione immensa dev'essere
stata la sua morte.
Per loro era
veramente la fine del mondo.
Ma
incredibilmente è proprio nel fallimento di tutto ciò che avevano costruito, è
proprio all'interno della loro delusione che incontrano Gesù.
Quando mi
succede qualcosa e mi sembra la fine del mondo in realtà è la fine di un mondo
ma non del mondo.
Quando mi
sembra di aver fallito è solo il fallimento di un modo di percepirmi, di
pensare e di vivere, non sono io il fallito.
I discepoli
di Emmaus incontrano Dio proprio nel bel mezzo della loro delusione e del loro
fallimento.
I Romani
dicevano: "Vae victis (guai ai vinti)".
Nessuno
vorrebbe essere un perdente; nessuno vorrebbe ammettere di aver sbagliato;
nessuno vorrebbe accettare una sconfitta.
A volte le
persone continuano a rifare gli stessi errori perché non vogliono accettare di
essersi sbagliati e di aver fallito.
Ma Dio lo incontri
spesso proprio nei tuoi fallimenti e nelle tue sconfitte.
Perché
quando abbatti i tuoi muri di orgoglio, le tue rigidità e la tua apparente
sicurezza allora Lui può entrare.
Fai
esperienza vera e profonda di Dio proprio quando nel tuo totale fallimento,
quando cioè non c'è più nessuna ricompensa in termini di stima degli altri, del
lavoro che hai, del buon nome, dell'onorabilità, puoi sentire che il suo amore
si fa vicino non per quello che hai da mostrargli, ma semplicemente perché sei
tu.
Allora puoi
sentire che Lui ti ama solo perché ti chiami con il tuo nome e per nient'altro.
Allora lo
senti per davvero; allora conosci Dio. Rahner diceva: "Incontri Dio più
nelle tue sconfitte che nelle tue vittorie".
Sai quant'è
il buono il pane solo quando hai fame; sai chi è Dio solo quando tu non basti
più a te.
Ogni volta
che fallisco allora mi devo chiedere: "Che cosa mi sta dicendo Dio?
Che cosa
devo imparare?
Che cosa non
ho imparato finora e che la vita ora mi costringe ad imparare?
Non
bisognava che tutto questo mi accadesse perché ne ricevessi un bene?
Non
bisognava che io provassi questo dolore affinché mi liberassi da tante
illusioni? Non era necessario questo "tonfo" affinché io mi mettessi
sulla strada del cambiamento?
Non è lo
stesso Dio che ti sta guidando in tutto questo?".
Quando Gesù
si avvicina li fa parlare di tutta la tristezza, il malessere, il disagio che
hanno dentro.
Noi abbiamo
bisogno di "tirare fuori" il nostro male, il nostro dolore e tutto
ciò che ci opprime.
Il dolore è
come un veleno: se non lo sputi fuori ti uccide.
Noi abbiamo
bisogno di "tirare fuori" le nostre gioie, le nostre speranze, la
nostra vita, perché prenda forma, perché circoli, perché viva, perché si
espanda.
Noi abbiamo
bisogno di raccontare le nostre esperienze, il nostro profondo perché
raccontando lo facciamo esistere.
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