MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
CONDIVISIONE BIBLICA
PROCESSO CULTURALE
SULL’ECONOMIA CONDIVISA
RIFLESSIONI NECESSARIE
PER CAPIRE I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CONDIVISA
Una lettrice scrive:
Scusa
Sebastiano, sono andata a vedere il blog e sono rimasta male per alcune
critiche negative e di come certe persone si ritengono <<
Maestri>>.
A questi
voglio dire questo:
La
correzione fraterna spesso è un modo soltanto per far emergere noi stessi a
scapito degli altri, dicendo loro una verità che è sì verità; ma il modo con il
quale la diciamo è una morte e una pietra che poniamo sull'altro a piedistallo
delle nostre affermazioni, e quindi di noi stessi.
Gesù dice
che bisogna misurare con la misura con la quale misuriamo noi stessi:
cominciamo a misurare il giudizio che daremo agli altri partendo con noi
stessi, su di noi: allora, il giudizio sarà una vera correzione fraterna e un
valido aiuto...prima di tutto per noi, e poi anche per il prossimo.
Partire
dalla "trave" che giace a ostacolo nel rapporto con l'altro e anche
con Dio, per poter togliere gli ostacoli e le "pagliuzze" dagli occhi
degli altri.
Il giudizio
sull'altro deve avere lo stile della vita, e non invece quello della morte.
Spesso
invece noi giudichiamo l'altro per mortificarlo, per farlo morire moralmente,
per essere noi potenti a tutto campo e su ogni realtà.
Questo stile
però giudica anche noi come "ipocriti".
Se uno fa il
male, è giudicato come colui che fa il male.
Se uno fa il
bene, appare giudicato come facente il bene.
NON E' LA
CORREZIONE FRATERNA A GIUDICARE, MA LO STILE.
Queste
persone amano il danaro non Dio ed il prossimo.
Sono dei
fannulloni.
Non credo
che i fannulloni abbiamo titolo per insegnare.
Scusami se
mi sono permessa di dire questo, ma non trovo giusto che critichino il tuo
bellissimo apostolato!
Io tocco
corde molto delicate; conosco molto bene alcune realtà.
Ho messo sul
blog. un tuo scritto.
La critica
mi va benissimo, le minacce no.
Chi minaccia
non ha capito nulla del vangelo.
Sono lupi
travestiti da pecora.
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